un fotogramma dei disordini di quest notte a Firenze

un fotogramma dei disordini di quest notte a FirenzeStiamo assistendo, in questi giorni, alle manifestazioni di protesta che in tutta Italia sembrano gridare no a un nuovo lockdown, che sia totale o parziale.

Sicuramente sarebbe un danno incalcolabile per l’economia italiana. Anzi, un disastro dal quale non sarà facile rialzarsi. Ma la domanda che ci poniamo è un’altra: chi è, realmente, che sta scendendo in piazza a protestare? Non certo solo i commercianti, ai quali si potranno riconoscere mille difetti ma non l’essere violenti. Non certo solo i ristoratori, gli albergatori, i titolari di palestre. Perché riteniamo che tutti siano, innanzitutto, persone civili, anche nella sofferenza economica. E allora chi protesta devastando arredi urbani, distruggendo semafori, spaccando vetrine, dando fuoco ad auto e moto che potrebbero appartenere a persone ancora più in difficoltà di chi protesta?
Di sicuro, lo abbiamo visto, tra le persone che protestano civilmente, quando davvero nei cortei ci sono anche loro, si sono intrufolati i peggiori tra gli ultras di diverse squadre: quelli che normalmente si picchiano allo stadio, che creano disordini, che spaccano tutto dentro e fuori i campi sportivi, compresi i marroni delle persone per bene che allo stadio vanno non per sfogare le loro repressioni ma per vedere uno spettacolo sportivo.
E poi frange dell’estrema destra e, paradossalmente, insieme a loro frange dell’estrema sinistra che hanno come unico intento il creare confusione, di destabilizzare il sistema. Infine, secondo le Forze dell’Ordine, frange della malavita organizzata. Con quali scopi me lo sto ancora chiedendo.
E allora una domanda a tutti quelli che sono contro il lockdown perché sarebbero colpiti economicamente in maniera irreparabile: consentire a questa feccia di stare insieme a voi, di sfasciare vetrine di chi come voi è in difficoltà, devastare le città è il modo giusto per vincere? Non credo, e lancio un’idea: adottare tutte le precauzioni sanitarie possibili e fare disobbedienza civile. Restare aperti in barba alle ordinanze ma raddoppiando, se possibile, le misure di distanziamento tra i vostri clienti quando entrano nel vostro esercizio. Dimostreremmo tutti di essere maturi e in grado di lavorare in sicurezza anche in un periodo critico dal punto di vista sanitario. Anche a chi in questo momento ci governa, e che sembra l’edizione politica de “La Corrida”, dilettanti allo sbaraglio.

Gigi Di Mauro

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