Dopo essersi sputtanati governando prima con Salvini e poi con quelli che chiamavano i “Pidioti”, i grillini vincono l’ultimo tabù e accettano di sedere con il “mafioso di Arcore”
di Gigi Di Mauro
È fatta: il Movimento 5 Stelle ha vinto l’ultimo tabù, perdendo completamente la faccia agli occhi dei suoi sostenitori. All’inizio era il no assoluto ad alleanze, e il ripudio per la Lega di Salvini e per quelli che loro chiamavano i Pidioti e lo psiconano.

Invece il 15 giugno 2017 il primo clamoroso colpo di scena: il giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli, con le sue indiscrezioni, provocò un vero e proprio terremoto politico e un acceso scontro tra i protagonisti della notizia, con tanto di querele per diffamazione annunciate da Di Maio nei confronti di Repubblica. La notizia era quella di un incontro segreto tra Matteo Salvini e Davide Casaleggio a Milano. Nell’articolo tra l’altro si leggeva: “Da anni, a intervalli regolari, Salvini tentava un approccio con Beppe Grillo, ricevendo sempre un diniego. È andata diversamente con Casaleggio junior, sempre attentissimo a restare defilato e allo stesso tempo decisamente più pragmatico del fondatore del Movimento. Una disponibilità al confronto che, di per sé, ha già un significato politico“.
E così nacque il primo governo Conte, finito poi come tutti ricordano. E allora, che fanno i “purissimi” 5Stelle? Dopo anni passati ad usare toni accesi nei confronti del Pd, ribattezzato prima «Pdmenoelle», a sottolineare che non esisteva poi questa grossa differenza con il Pdl di Silvio Berlusconi, poi partito di «Pidioti», e con Renzi che per Grillo è stato a lungo l’«ebetino», i nostri eroi vincono il secondo tabù e per amor di poltrone il bibitaro del San Paolo agevola la nascita del governo deceduto appena qualche settimana fa sotto i colpi dell’ex ebetino Matteo Renzi.
Sapranno i 5 Stelle andare ancora oltre? Ebbene si! Hanno accettato perfino, e consci che buona parte della base non li rivoterà mai più (anzi, forse proprio per questo), di governare insieme a colui che Bebbe Grillo chiamava lo “psiconano”, in una sorta di “tutti insieme appassionatamente” che – al di là delle indiscutibili qualità del nuovo primo ministro Mario Draghi e delle tante professionalità coinvolte nel nuovo Governo, oltre che della piena rispettabilità di tantissimi suoi componenti politici – induce il sospetto che qualcuno, nella gestione dei 209 e passa miliardi del Recovery Fund, voglia fare cose che non vanno esattamente nella direzione dell’interesse degli italiani.
Certo, a questo punto, cari grillini, non posso che dedicarvi 12 secondi tratti dall'”Oro di Napoli“, in una scena di cui è protagonista l’immenso Eduardo De Filippo:

Per puro divertimento, vi inserisco nella foto di apertura un breve riassunto degli altri cambiamenti di posizione fatti dai grillini dall’inizio di questa legislatura.

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