“Oggi non parliamo ne a nome degli ultras nè a nome della nostra curva sud perchè oggi parliamo a nome di una città, la nostra città, perché è la nostra città ad essere stata discriminata dal divieto di recarsi allo stadio Arechi ed è il nome dei nocerini che ora dalla stampa nazionale viene additato come violento teppista terrorista e mafioso. Noi non abbiamo minacciato nessun tesserato, abbiamo semplicemente chiesto al nostro mister e ai nostri ragazzi dopo una serie di pacifici incontri che con un gesto eclatante, che facesse parlare l’italia e che scuotesse il sistema, si desse voce all’ingiustizia subita.

 

Un atto di solidarietà, una protesta civile, visto che se avremmo voluto essere davvero violenti ci saremmo recati a Salerno malgrado il divieto. E a tutti gli organi di informazione che invece sostengono il contrario li esortiamo a chiedere direttamente ai tesserati della Nocerina Calcio, dalla quale ci aspettiamo come minimo un comunicato che sgombri da ogni ombra e dubbio, le accuse che oggi ci vengono gettate addosso. Purtroppo è piu’ facile gettare fango sugli ultras piuttosto che accettare una scomoda verità, quella che una città abbandonata da ogni difesa delle proprie istituzioni ha trovato protezione ai propri calpestati diritti solo in undici ragazzotti forestieri ma che da oggi diventano immensamente grandi e nocerini a tutti gli effetti per quello che hanno fatto.

Chiedetelo a loro se sono stati minacciati, visionate i filmati e vedete se si è trattato di minacce o semplicemente di un sentimento comune di rivalsa da un evidente torto subito. Mai come questa volta gli ultras non siedono al banco degli imputati perché questo posto stavolta spetta di diritto al questore ed al prefetto e a tutti coloro che hanno cosi pessimamente gestito questa vicenda, facendo questo clamoroso autogoal, vietando soltanto agli ospiti qualcosa che ci era garantita dalla tessera del tifoso. E’ nostra intenzione perció che emerga soltanto la verità perché è una verità che darebbe soltanto onore alla nostra voglia di difendere il nome della nostra città e che darebbe soltanto onore ai nostri undici molossi che non hanno agito così per paura ma hanno agito così per dimostrare che la vera farsa era non avere il sostegno del proprio pubblico alle spalle. Oggi leggiamo da più parti che lo sport è morto, niente di più falso perché oggi lo sport si è fatto carico di difendere i diritti di chi è stato penalizzato da una palese ingiustizia ed èandato contro a quello stesso sistema che quella ingiustizia aveva prodotto.

Onore alla Nocerina, Onore ai Nocerini”

 

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