Oggi fa parte del guardaroba di ogni donna, ed è la tipologia di costume più apprezzata. Ogni anno si vedono nuove forme, colori e tendenze

Nella villa romana del Casale, i cui resti si trovano a Piazza Armerina in provincia di Enna, nella famosa stanza delle 10 ragazze, vi è un mosaico risalente al III secolo d.C. che raffigura delle giovani donne, che con un costume a due pezzi fanno diverse attività sportive. Non lo utilizzavano per fare il bagno e prendere il sole, ma comunque si trattava di una sorta di bikini così come lo intendiamo oggi.

Ma quando allora arrivò il vero bikini? E perché si chiama così? Vediamo di ripercorrerne la storia.
Per tanti anni il vestiario da spiaggia femminile è stato molto coprente. Negli anni Venti Coco Chanel introdusse abiti più corti in spiaggia e addirittura dei pantaloncini staccati dalla parte superiore del vestito.
Nel 1932 il fashion designer Jacques Heim creò un costume da bagno molto più piccolo di quelli già esistenti, che venne chiamato Atome e pubblicizzato come il costume più piccolo al mondo. Non ebbe molto successo poiché considerato oltraggioso e indecente, nonostante coprisse l’ombelico. La data ufficiale della sua nascita è il 5 luglio 1946, quando Louis Réard, un ingegnere del settore automobilistico un giorno rilevò l’attività di lingerie della madre. Ma come gli venne l’idea?
Trovandosi sulle spiagge di Saint Tropez notò che molte donne arrotolavano i propri costumi per avere un’abbronzatura migliore, e ispirato da questo e dall’invenzione di Heim, creò un costume ancora più audace che scopriva l’ombelico. Il suo nome lo si deve alle isole Bikini, dove gli Stati Uniti stavano testando le bombe atomiche e il paragone fu quanto mai azzeccato, in quanto l’introduzione del bikini poteva essere paragonata allo scoppio di una bomba atomica.
Per presentare il suo primo bikini al pubblico, Réard scelse una spogliarellista come modella: Michelle Bernardini che sfilò a Parigi, a bordo piscina, con quattro piccoli triangoli di tessuto con una fantasia che richiamava i quotidiani, perché l’invenzione meritava di finire in prima pagina.
Il lancio del bikini ebbe molto successo. Arrivarono migliaia di lettere di congratulazioni e Michelle ricevette molte proposte di matrimonio. Però il bikini veniva considerato ancora molto audace e venne osteggiato dal Vaticano che lo dichiarò peccaminoso. Fu bandito oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, Portogallo, Belgio, Australia e anche in molti stati dell’America, fino a quando attrici e modelle non lo sdoganarono.
Negli anni ’60 ci fu la vera consacrazione, e il costume a due pezzi divenne il simbolo della rivoluzione sessuale di quegli anni. Alla fine la bomba atomica era scoppiata davvero!

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