Da testimonianze di antichi manoscritti, orti botanici, aree archeologiche e musei, ai rimedi tramandati dalla sapienza popolare, reinterpretati alla luce delle nuove conoscenze scientifiche

La medicina ha fatto da sempre ampio uso delle piante ed erbe medicamentose. Possiamo dire che i rimedi naturali ed erboristici siano stati in effetti i primi utilizzati in campo medico e cosmetico.

Anche le tradizioni tramandate nelle famiglie locali dalle nonne parlano di benefici di piante e rimedi naturali. Ma quanto di vero c’è in questi rimedi tradizionali? UNISA attiva una cattedra per il recupero di questa antica sapienza custodita nel bacino del Mediterraneo.
«Modificare e migliorare il proprio aspetto fisico è da sempre prerogativa dell’essere umano, che sin dalla preistoria usava ornare il viso e il corpo a scopi rituali, simbolici o semplicemente per apparire più attraente» – ricorda la professoressa Francesca Sansone (nella foto), docente di “Analisi dei prodotti cosmetici” ad UNISA.
«Per restare nel nostro territorio, ricordiamo che tra l’XI e il XII secolo viene scritto il primo trattato di Cosmesi della storia, intitolato “De ornatu mulierum”, scritto dalla dottoressa Trotula de Ruggiero, formatasi alla scuola medica salernitana. I rimedi casalinghi non corrispondono ad un “must” di sicurezza ed efficacia (che il prodotto cosmetico deve avere), perché formulati in maniera approssimativa e non controllata, ma sottolineo che i rimedi tradizionali, naturali ed erboristici, sono la base della moderna cosmetica», precisa.
«L’industria cosmetica è un settore in rapida crescita con lo sviluppo continuo di nuovi ingredienti attivi; lo studio della tradizione combinato con la ricerca scientifica continua a fornire prove a sostegno dell’uso di ingredienti di origine naturale invece che di sostanze di sintesi, garantendo comunque innovazione cosmetica.
A tal proposito, all’Università di Salerno è stata istituita a giugno 2020, presso il Dipartimento di Farmacia, La Cattedra Unesco Plantae Medicinales Mediterraneae (titolare della cattedra e del progetto, la professoressa Rita P. Aquino). L’obiettivo che ci si pone è proprio il recupero del patrimonio tradizionale delle piante officinali, accumulato nei millenni nel bacino del Mediterraneo e riportato negli antichi manoscritti, orti botanici, aree archeologiche e musei, reinterpretandolo alla luce delle chiavi scientifiche moderne, per renderlo fruibile nelle nuove applicazioni della farmacoterapia, fitocosmesi e nutrizione moderne, contribuendo allo sviluppo economico ed ambientale sostenibile… far conoscere questa risorsa a partire da Salerno e dalla sua scuola medica, punto di convergenza di tutte le tradizioni mediche sviluppate nel Mondo mediterraneo dall’antichità al medioevo».

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