Chiunque oggi si occupi di comunicazione, in special modo la comunicazione di massa, è fortemente interessato a conoscere a chi e come giungerà il messaggio, ossia al destinatario

Il contenuto dei media, che si tratti di pubblicità, di giornalismo o di fiction (cinema e tv), viene studiato a livello sistematico attraverso un insieme di tecniche conosciuto con il nome di analisi del contenuto.

Sviluppata nell’ambito delle ricerche sui mass media a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, in principio era definita come una tecnica di ricerca per la descrizione obiettiva, sistematica e quantitativa del contenuto manifesto della comunicazione, l’analisi del contenuto è passato attraverso critiche decise e accuse di voler scomporre qualcosa che è immerso in un contesto.
Successivamente si è evoluta mettendo in moto una serie di fattori che ne hanno evidenziato le caratteristiche qualitative e quantitative, applicabili alla maggior parte dei media. Sotto questo punto di vista possiamo vedere come la diffusione del web e della comunicazione digitale abbia dato un nuovo impulso all’analisi del contenuto.
Tutto questo ha ripreso e allargato una riflessione epistemologica nata con i mass media tradizionali, che oggi si misura con nuove sfide e opportunità che emergono quando l’innovazione tecnologica entra in campo, giocando spesso un ruolo determinante nonché funzionale. L’esempio lampante è quello delle app per smartphone e tablet, le quali possono avere un ruolo di svago, di divertimento, ma in alcuni casi anche di tipo didattico, informativo e quindi formativo.
Chiunque oggi si occupi di comunicazione, in special modo la comunicazione di massa, è fortemente interessato a conoscere a chi e come giungerà il messaggio, ossia al destinatario. Un’emittente radiotelevisiva, una casa discografica, la redazione di un periodico, uno studio di produzione cinematografica o gli sviluppatori di videogiochi, devono investire ingenti risorse umane ed economiche nell’analisi dei soggetti a cui la comunicazione viene rivolta.
Questo avviene nel tentativo di anticipare e prevedere la risposta possibile. Il pubblico dei media, già durante gli anni Trenta è diventato il protagonista di una larga porzione di studi che interessano la comunicazione di massa. Il modello Lasswell con le sue cinque W è diventato sempre più utilizzato, perché le domande che bisogna rivolgersi per creare contenuti validi e soddisfacenti scaturisce proprio da questo accorgimento, con quella che oggi viene definita appunto la call to action.call to actionChe cos’ è la call to action?
La call to action è un invito chiaro ed evidente a compiere una determinata azione, la quale viene innescata attraverso un messaggio testuale univoco veicolato tramite bottone o widget. Oggi nessun media contemporaneo viene utilizzato senza che le campagne di inbound marketing tengano conto di questo elemento.
La call to action (CTA) è l’elemento fondamentale di una campagna di inbound marketing, la discriminante tra rimbalzo e conversione. È possibile identificarla come un messaggio univoco; formato da un verbo imperativo che viene utilizzato per incentivarne la forza, veicolato attraverso un seducente visual con un testo in overlay per catturare l’attenzione degli utenti.
Da un punto di vista sociologico e analitico vediamo quindi come le immagini si impongono il pubblico come massa, il pubblico come insieme di gratificazioni, il pubblico come gruppo e il pubblico come mercato. È evidente come questi principi che vennero studiati e perfezionati a partire dagli anni cinquanta, siano diventati oggi sempre più efficaci e funzionali in termini di mass media.
Il concetto di pubblico inizia ad avere una rilevanza scientifica già con l’opera di Gabriel Tarde, padre della sociologia moderna e della psicologia sociale, il quale compie uno studio fondamentale, visto che riesce a distinguere il concetto di folla da quello di pubblico. Da qui in avanti, diventa sempre più semplice ed efficace effettuare delle analisi con risultati perfezionabili nel campo dei media, del pubblico e dei desideri specifici di un utente, fino ad arrivare ai social media, a Facebook e alla galassia dei prodotti messi a punto da Mark Zuckerberg. Un altro esempio su cui spesso ci si sofferma riguarda il contesto del gambling online dove le sale da gioco come casino.netbet.it assumono un ruolo fondamentale per analizzare il ruolo attivo degli utenti che vi accedono e prendono parte ad esso.

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