La nostra società, così come la cultura, è in costante evoluzione. Esperienze e attività che in passato venivano considerate inutili, quando non addirittura dannose, oggi vengono comunemente accettate e ne vengono riconosciuti i benefici, sia per il corpo che per la mente.

È il caso emblematico del gioco, passato da essere etichettato come perdita di tempo a vera e propria palestra con cui allenare cervello, memoria e capacità matematiche e strategiche. E buona parte del merito di questo rovesciamento di prospettiva va ascritto ai giochi di cui stiamo per parlare.

Ormai non ci sono più dubbi. Giocare è un incredibile allenamento per il cervello e la mente. Non si contano, al riguardo, gli studi scientifici che sottolineano come impegnarsi in alcune attività ludiche migliori la capacità di prendere decisioni in poco tempo e con scarse informazioni, quella di ragionare e quella di escogitare soluzioni innovative. Dal punto di vista medico, invece, è stata ampiamente dimostrato che alcuni giochi aiutino il cervello a ritardare l’arrivo della demenza senile stimolando allo stesso tempo la socialità.

Tra i giochi in cui servono abilità matematiche, strategiche, di lettura e un pizzico di coraggio impossibile non citare il poker, disciplina famosa per le mille sfaccettature e di cui possiamo scoprire i segreti su piattaforme come PokerStars che offrono numerose pagine su come imparare a giocare. Un gioco che, dal 2009, è stato ufficialmente inserito dall’IMSA tra gli sport della mente al pari di bridge, scacchi e Go; una decisione che, di fatto, ha dato lustro a una disciplina spesso, ingiustamente, messa in secondo piano.

Proprio gli scacchi sono una delle discipline della mente per eccellenza. Non staremo qui ad analizzarne la lunghissima storia e a riscoprirne le complesse regole. Ci basta, invece, sottolineare come la scienza abbia posto l’attenzione sul fatto che i giocatori di scacchi hanno migliori capacità di problem solving, sono più abili nella memorizzazione, hanno un livello di attenzione e concentrazione più alta della media e sono molto più abili nell’organizzazione delle proprie giornate. Per questi motivi vengono spesso inseriti nei percorsi educativi dei più piccoli.

Rimaniamo in tema scacchiera per parlare dell’altro grande classico: la dama. Disciplina che vanta una storia millenaria, la dama richiede ottime capacità strategiche e prontezza mentale. Attaccare le pedine dell’avversario e difendere le proprie in contemporanea mette a dura prova i neuroni e l’abilità di ragionare oltre la singola mossa successiva. Una skill utilissima anche sul posto di lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Sempre in tema grandi classici spicca un gioco antichissimo che ancora oggi impegna milioni di appassionati in tutto il mondo: il backgammon. Sul backgammon sono stati scritti decine di testi, molti di questi dedicati proprio alla strategia e alle abilità necessarie per ottenere la vittoria. I giocatori più abili sono infatti in grado di analizzare ogni mossa, le conseguenze nel breve e nel lungo termine e le possibili alternative. Il tutto in brevissimo tempo. In più esistono addirittura 3 modi per vincere una partita. Caratteristica che rende ancora più importante la valutazione istantanea delle probabilità.

Non mancano “mind game” anche per chi ama le parole. Un nome su tutti quello dello scarabeo, “scrabble” in lingua inglese. Il funzionamento è abbastanza semplice e intuitivo. Ai giocatori vengono assegnate delle lettere, ognuna con punteggio diverso, con cui formare parole di senso compiuto aiutandosi con le lettere già presenti sul tabellone. Ed è proprio qui che entrano in campo le abilità matematiche e strategiche. Abilità che si traducono nella ricerca delle parole da formare con le lettere che valgono di più e allo stesso tempo nell’impedire agli avversari di crearne altrettante lavorando sulla chiusura degli spazi sul terreno di gioco. Molto più complesso di quanto sembri a prima vista.

Se pensiamo che si tratti di semplice divertimento fine a sé stesso ci stiamo sbagliando di grosso. I Mind Game hanno una propria versione delle Olimpiadi addirittura a partire dal 1997 che ancora oggi viene seguita da milioni di persone in tutto il mondo.

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