papa Francesco

Dal culto di santi inesistenti all’auto attribuzione papale del titolo di vicario di Cristo per motivi politici, sono tante le corbellerie nella dottrina della religione predominante in Italia

È la religione cattolica, tra tutte le religioni, quella che al suo interno ha visto nascere le stranezze più grandi. Oggi proveremo ad analizzarne almeno qualcuna tra le più eclatanti.

Il viceDio
Partiamo con il fatto che la religione cattolica è governata da un viceDio: il papa. Egli infatti si definisce non solo successore di Pietro, ma anche “vicario di Cristo“. E che cosa significa vicario nel dizionario italiano? Vicario (dal latino vicem) è colui che, per farla semplice, quando non c’è il titolare ne svolge pienamente le funzioni. La Treccani così definisce l’uso del termine Vicario di Cristo: “Titolo che cominciò a essere assunto del papa, con coscienza del significato dottrinario in esso implicito, nella situazione di crisi dei rapporti tra papato e impero nell’età della lotta delle investiture (11°-12° sec.). In virtù della vicaria diretta di Cristo, a differenza di quella mediata contenuta nel titolo di vicarius Petri, il papa veniva a essere superiore a ogni altra potestà in una concezione ecclesiologica che vedeva la potestà terrena sottoposta, ma non ancora affidata, a quella spirituale. Nell’elaborazione teologica e canonistica successiva, da Innocenzo III a Bonifacio VIII, vicarius Christi finì con l’indicare l’attribuzione totale al papa del potere spirituale e di quello temporale“.
Non vi basta? E allora andiamo a prendere quanto contenuto in Storia della Chiesa del professor Alberto Torresani, cattolico fino all’ultimo capello: “se Cristo è vero Dio oltre che vero uomo, il suo vicario in terra è vicario anche di Dio e perciò in qualche misura non soggetto all’imperatore“.
Lo stesso concetto è riportato nella Storia della Chiesa (pubblicata nel 1903) del dottor Saverio Funk, ordinario di Teologia presso l’Università di Tublinga, e nel Manuale di storia della chiesa di Umberto Dell’Orto, Saverio Xeres, Renato Mambretti, Morcelliana 2017.
Ultima conferma che il ruolo di viceDio risultasse decisamente scandaloso? Il fatto che papa Francesco, che già all’atto della sua elezione si era dichiarato semplicemente “vescovo di Roma”, a partire dall’annuario cattolico del 2020 abbia fatto eliminare l’appellativo di “vicario di Cristo”, suscitando decise polemiche da parte dei conservatori.

Il santo inesistente
Lo sapevate che San Gennaro, uno dei 52 santi (sì, proprio 52!) protettori di Napoli, secondo la Chiesa non sarebbe nemmeno mai esistito? Eppure lo si continua a venerare come se niente fosse…San Gennaro, il santo inesistente
Tutto inizia nel 1965: quando si chiuse il Concilio Vaticano II, iniziò i suoi lavori una commissione liturgica che nel 1969 si espresse per la cancellazione dal martiriologio romano di Gennaro, perché non vi erano sufficienti conferme sulla sua esistenza. Cosa che scatenò a Napoli – come riporta anche Paolo Pedote in 101 motivi per credere in Dio e non alla Chiesa, Roma, Newton Compton, 2010 – una vera rivoluzione. Risultato? A furor di popolo la Chiesa tornò sui suoi passi e restituì Gennaro (che in realtà se davvero è esistito si chiamava Procolo e non Gennaro) al culto dei napoletani, ma proprio perché i dubbi erano reali lo declassò a santo di serie B, quindi destinato a un culto solo locale. E se san Gennaro non è mai esistito che cosa è il miracolo dello scioglimento del suo sangue? Nulla! La Chiesa non lo riconosce, e parla di un “prodigio” e non di un miracolo. Ma per guardarsi il fondo schiena comunque continua ad impedire ogni indagine scientifica sul contenuto delle ampolle.

Il pasticciaccio del Credo
Il “Credo“, preghiera di base del Cristianesimo, lo conoscono tutti a memoria. Tutti sanno che ad un certo punto si dice a proposito di Gesù: “E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine“.
Quindi solo a Dio, attraverso suo figlio Gesù, tocca giudicare un uomo e decidere se sia meritevole o meno di accedere alla vita eterna.
Ma, mentre all’inizio erano santi tutti coloro che professavano la fede cristiana (vedi le lettere di Paolo, ed in particolare la “Lettera agli efesini” nella quale manda un saluto «ai santi che sono in Efeso», intendendo i cristiani della locale comunità), man mano il termine è passato a indicare prima i martiri, poi anche i confessori, che avevano professato il cristianesimo tutta la vita. Poi, ancora, uomini che, per le loro particolari virtù, erano stati ritenuti meritevoli di accedere al Paradiso. E qui casca l’asino: se tocca a Gesù giudicare gli uomini come recita il Credo, a che titolo esseri umani si sostituiscono a lui e proclamano la santità di una persona?
In realtà il ruolo dei santi serviva ai cristiani a compensare con altre figure quelle dei vari dei del pantheon romano dismesso totalmente dopo l’editto di Teodosio del 380 che dichiarava il cristianesimo religione di Stato, tanto che nel Medioevo furono letteralmente inventati i vari santi protettori. E prima, nel quarto secolo, per compensare la mancanza di divinità femminili era stata ripescata dai vangeli la figura meno compromessa, quella di Maria, facendola diventare “Madre di Dio“.
Chiunque abbia studiato sia la storia di Roma che quella del primo cristianesimo sa anche che non solo si crearono persone “sante” per sostituire gli dei ma anche i giorni in cui si celebravano le principali feste pagane diventarono giorni di festa cristiana: il giorno del Sol Invictus diventò quello della nascita di Gesù; quello delle ferie Augusti il nostro ferragosto con la festa dell’Assunzione di Maria; la Pasqua viene dalla giornata che cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera ed era dedicata alla dea Eostra; il Capodanno dai festeggiamenti dedicati al dio Giano bifronte dopo la riforma del calendario operata da Giulio Cesare nel 46 d.C., e così via.

una raffigurazione della natività di CristoIl bue e l’asinello del “presepe”
Tutti sanno che Gesù, al momento della nascita in un locale destinato a ricovero di animali, fu riscaldato da un bue e da un asinello. Bene, i due animali non sono citati in alcun passo dei vangeli.
Ad ammettere che si sia trattato di un’invenzione successiva anche papa Benedetto XVI che se ne occupò in uno dei suoi libri che abbiamo più volte citato nei nostri articoli.
Per il momento ci fermiamo qua, anche se l’elenco sarebbe ancora lungo. Se avete argomenti riguardanti antico e nuovo Testamento che vi piacerebbe fossero trattati qui scriveteci a [email protected]

Per approfondire la storia di San Gennaro vi consigliamo quest’articolo: https://www.focus.it/cultura/storia/il-potere-di-san-gennaro

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione