Dio come è immaginato dai cristiani

Basta leggere il libro del Levitico per rendersi conto che Yahweh voleva intorno a lui solo persone assolutamente sane e anche decisamente ben pulite!

Dio ama gli ultimi. Quante volte la Chiesa cattolica ha trasmesso questo concetto ai suoi fedeli?
E quante volte vi siete detti: si, ma a me, guardandomi intorno e osservando cosa succede nel mondo, questa frase non torna proprio?
In questo contesto dubitativo, a Napoleone Bonaparte è attribuita una frase assolutamente significativa: «La religione è ciò che trattiene il povero dall’ammazzare il ricco». Evidentemente aveva una sua idea precisa sull’argomento, se a lui si attribuisce anche la paternità della frase «So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio».
In ogni caso, prima di tornare all’argomento dell’amore di Dio per gli ultimi, ci piace citare altre frasi celebri in materia di religione pronunciate da personaggi tutt’altro che insignificanti. Cominciamo con il padre della psicologia moderna, Sigmund Freud, che disse: «La religione è un’illusione che trae la sua forza dalla condiscendenza ai nostri moti pulsionali di desiderio». Seneca, invece, così si espresse: «La religione è considerata vera dalla gente comune, falsa dalle persone sagge, utile dai governanti».
Ma torniamo come promesso all’amore per gli ultimi. Vi sottoporremo le sue parole tratte dal Levitico, capitolo 21: “Il Signore disse ancora a Mosè: «Parla ad Aronne e digli: Nelle generazioni future nessun uomo della tua stirpe, che abbia qualche deformità, potrà accostarsi ad offrire il pane del suo Dio; perché nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi: né il cieco, né lo zoppo, né chi abbia il viso deforme per difetto o per eccesso, né chi abbia una frattura al piede o alla mano, né un gobbo, né un nano, né chi abbia una macchia nell’occhio o la scabbia o piaghe purulente o sia eunuco“.
Alla faccia dell’amore universale e soprattutto verso i più deboli e sfortunati!La conca in cui si doveva lavare chi entrava da Yahweh
Del resto, che Yahweh sia un soggetto strano lo confermano anche le altre prescrizioni contenute nello stesso capitolo. Leggiamole insieme estrapolanole dal lungo testo: “I sacerdoti non si faranno tonsure sul capo, né si raderanno ai lati la barba né si faranno incisioni nella carne“.
Non prenderanno in moglie una prostituta o già disonorata; né una donna ripudiata dal marito, perché sono santi per il loro Dio“.
“Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora suo padre; sarà arsa con il fuoco”.
Il sacerdote … non dovrà scarmigliarsi i capelli né stracciarsi le vesti. Non si avvicinerà ad alcun cadavere; non si renderà immondo neppure per suo padre e per sua madre“.
Sposerà una vergine. Non potrà sposare né una vedova, né una divorziata, né una disonorata, né una prostituta; ma prenderà in moglie una vergine della sua gente“.
Queste disposizioni, in realtà, confermano quanto emerge in decine e decine di altri passi biblici: Yahweh aveva un vero terrore di essere contaminato da malattie di qualsiasi genere, tanto da occuparsi perfino, come abbiamo visto alcuni mesi fa, di insegnare ai suoi come andare a fare i bisogni, e soprattutto a farli fuori dall’accampamento.
Yahweh, per essere corretti fino in fondo, non era il solo ad avere queste mania! Anzi, i suoi omologhi egizi, che pure vivevano come Yahweh in mezzo al loro popolo, non solo volevano sacerdoti assolutamente puliti, arrivando a pretendere la loro completa depilazione dalla testa ai piedi, ma li volevano anche belli!
Yahweh, che aveva evidentemente un materiale umano più scadente, doveva accontentarsi che fossero solo puliti. Aggiungiamo che non si fidava che si lavassero lontano da lui! Come racconta Esodo 38, chiese a Mosè di realizzare una grande conca nel cortile della sua tenda, e questi “Fece la conca di rame e il suo piedestallo di rame, impiegandovi gli specchi delle donne, che nei tempi stabiliti venivano a prestar servizio all’ingresso della tenda del convegno“. E sì, perché davanti alla porta della tenda-residenza di Yahweh, come davanti ai templi degli dei greci e romani, si praticava la prostituzione sacra. Chi sa non sia possibile che ne approfittasse, come cliente privilegiato, anche lo stesso Yahweh?

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione