Il terzo esilarante spettacolo della rassegna “L’Essere e l’Umano” a cura di Simona Tortora e Artenauta Teatro, metterà in scena l’amicizia, l’inettitudine e la fame di successo

Domenica sera alle 19:30, nella cornice del teatro Diana di Nocera Inferiore, andrà in scena “Tonno e Carciofini-Una storia wrestling”, terzo spettacolo dell’ottava edizione de “L’Essere & L’Umano”, rassegna firmata da Artenauta Teatro e ideata da Simona Tortora, con l’organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore.

Lo spettacolo, di e con Silvio Impegnoso, Ludovico Röhl, Alessandro Sesti,ha ottenuto nel 2021 la menzione speciale al Premio Scenario.
Per parlare della performance di domenica sera, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Silvio Impegnoso, uno dei protagonisti.

Il titolo ha stuzzicato molto la mia curiosità: da dove arriva “Tonno e Carciofini- Una storia di wrestling”?
A volte criticato, è stato un titolo che fondamentalmente non vuol dire niente! È uno sberleffo dadaista ma che ci dice già qualcosa sul nostro modo di fare e di scherzare tra amici. Nell’estate del 2020 sulla spiaggia di Giulianova Marche abbiamo proclamato che il tramezzino tonno e carciofini fosse il più gustoso di tutti: uno yin e yang da bar in cui si incontrano montagna e mare. Noi tre siamo un po’ tonno e carciofini!

Di cosa parla lo spettacolo?
Raccontiamo in parte la nostra amicizia andando ovviamente oltre. I protagonisti sono degli imbecilli che non hanno alcuna qualità: cercano il successo per il successo. E per farlo usiamo il wrestling.

Per quale ragione?
Porta la dinamica della competizione. Il wrestling è qualcosa di ambiguo: è finzione, tutto è deciso, ma gli spettatori fanno realmente il tifo e gli atleti si fanno realmente male! Noi siamo degli appassionati perché ci vediamo degli aspetti che a volte, oggi, non vediamo a teatro. Nel wresting si identificano gli archetipi del bene e del male. È anche una metafora del mondo dello spettacolo che crea personaggi per poi metterli da parte.Con il wrestling, attraverso la finzione, vogliamo tornare a contatto con la realtà delle cose.

Perché avete deciso di portare in scena uno spettacolo così “fisico”?
Avevamo bisogno, dopo la pandemia, di un contatto con il pubblico non solo intellettuale.

Chi vedremo in scena?
Oltre ai due amici che cercano il successo, in questo connubio entrerà il personaggio del “sensei”. Impostore? Maestro di vita? Metterà a repentaglio questa amicizia.

I personaggi hanno un nome?
Ci chiamiamo con il nostro nome e cognome! Giochiamo con l’ambiguità: non sappiamo dove finisca il personaggio e dove iniziamo noi. Ci siamo ispirati al leggendario comico statunitense Andy Kaufman che giocava molto sull’ambiguità.

C’è già qualcosa che bolle in pentola per i prossimi spettacoli?
Ognuno di noi tre sta lavorando a dei progetti, io ad esempio ad uno spettacolo per bambini. Come trio, coinvolgendo altre persone, stiamo lavorando ad un musical: una critica alla società attraverso la figura di un artista che si scontrerà con degli ipotetici super cattivi che comandano il mondo dell’arte e della cultura!»

Per info, prenotazioni e per acquistare il biglietto, è possibile rivolgersi al botteghino del teatro Diana dalle 18:00 alle 20:30, oppure telefonando al 3205591797 o al 3287892486.

Fabrizio Manfredonia