L’impianto, che dovrebbe bruciare solo i rifiuti organici scaricati dalle navi in transito e poco altro, viene scarsamente usato. E allora perché lo si vorrebbe quadruplicare come dimensioni?
di Francesco Virtuoso
Dell’inceneritore ubicato nel porto di Salerno poco o nulla si conosce. Le scarse informazioni in merito alle vicende intorno a questo bruciatore di rifiuti “quasi sconosciuto” non rendono giustizia al diritto dei cittadini di essere informati sui fatti che accadono nel loro territorio.
Questo impianto, già presente sul molo Manfredi, fu trasferito nel 2007 presso l’area destinata allo scalo delle navi merci sul molo “3 gennaio”. Ciò si rese necessario per lasciar spazio ai cantieri che avrebbero poi portato alla nascita della stazione marittima e all’area portuale destinata al trasporto dei passeggeri in transito sulle navi da crociera.
L’allora segretario generale dell’Autorità portuale Francesco Messineo, a seguito delle forti perplessità formulate dalle associazioni ambientaliste, dichiarò in merito a questa vicenda che: «…in questa struttura finiscono unicamente i rifiuti organici scaricati dalle navi in transito, nonché dagli imballaggi particolari che rientrano nella rigorosa lista di rifiuti che possono essere smaltiti usando questa tecnica. Non c’è quindi alcun pericolo per la salute della popolazione residente».Questo impianto viene utilizzato in maniera molto occasionale probabilmente perché, a quanto è stato possibile accertare, la società di gestione Trirena sas si troverebbe davanti a problemi burocratici per il suo adeguamento alla normativa in materia, in continua evoluzione. Malgrado ciò nel mese di gennaio scorso venne pubblicata sul sito della Regione Campania una richiesta di valutazione di impatto ambientale con cui la medesima società di gestione chiede l’ampliamento di portata dalle attuali 80 tonnellate annue a 350 tonnellate e il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi.
Risulta quantomeno insolito che un impianto così poco utilizzato possa addirittura essere oggetto di ampliamento, anche perché la normativa internazionale proibisce l’incenerimento di rifiuti speciali nel porto e disincentiva quello di altri rifiuti.
Un fatto è certo: le numerose amministrazioni che dovranno esprimere un parere potrebbero ottenere supporto dai risultati della visita che la commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti ha fatto all’inceneritore nel porto e all’impianto di compostaggio del comune di Salerno poche settimane fa.
Sarà particolarmente interessante sapere cosa esprimeranno sulla richesta i settori ambiente del Comune di Salerno e dell’Asl, che rappresentano gli Enti più prossimi al territorio intorno al porto fortemente urbanizzato.