Racconti infantili di quarantena: Marcellino, Pio e Luigi

Il desiderio di tornare alla normalità, temperato dalla cautela di rimanere a casa: ecco come i più piccoli vivono la pandemia. L’iniziativa della nostra redazione, che ha raccolto le testimonianze dei bambini sul Coronavirus, ha riscosso un notevole successo. Invitiamo chiunque voglia condividere le esperienze dei propri figli o nipoti a inviare un messaggio sulla pagina Facebook “Il Risorgimento Nocerino”. Marcellino, di 5 anni, spiega che il Coronavirus causa malattie e che per evitarlo bisogna rimanere in casa, lavarsi spesso le mani, evitare contatti fisici e mantenere le distanze. Non vede l’ora di tornare a scuola e riabbracciare i suoi amici, anche se ammette di stare bene a casa, dedicandosi allo studio. Pio, 8 anni, descrive il Covid-19 come un virus che richiede un’igiene accurata delle mani, evitando di toccarsi occhi, naso e bocca, in quanto può colpire anche i polmoni. Il suo desiderio più grande è quello di tornare a scuola, giocare con gli amici nel giardino e pranzare dai nonni. Luigi, 5 anni, chiama il virus “Coronello”, immaginandolo come un batterio birichino che provoca vomito, raffreddore e infiammazioni alla gola. Sottolinea l’importanza di una scrupolosa igiene personale per evitare la febbre alta, esprimendo la sua solidarietà agli amichetti costretti a rimanere a casa. Le sue giornate sono scandite da gioco, riposo, colazione, studio e utilizzo del tablet, con l’ansia di poter presto andare al McDonald’s con gli amici e al mare. Un saluto affettuoso conclude il suo racconto.