Combattere la corruzione: il coraggio della normalità secondo Anna Garofalo

A Castel San Giorgio, la proiezione del docufilm Rai “Seduto su una polveriera – Storia di Marcello Torre” ha offerto un’occasione di riflessione sulla lotta alle mafie. L’evento, organizzato dal presidio locale di Libera guidato dal giornalista Rai Giuseppe De Caro, ha riunito cittadini, rappresentanti istituzionali e Annamaria Torre, figlia del sindaco di Pagani assassinato dalla criminalità organizzata nel 1980. Il film, un potente racconto della vita e della tragica morte di Marcello Torre, ha evidenziato la persistenza del problema mafioso e la necessità di una costante vigilanza. Annamaria Torre ha sottolineato la discrepanza tra verità storica e verità processuale riguardo l’uccisione del padre, ribadendo la richiesta di riaprire il caso. Anna Garofalo, referente provinciale di Libera, ha sottolineato il ruolo cruciale delle istituzioni e della società civile nella lotta alla criminalità, evidenziando il pericolo rappresentato dalle scuole come terreno fertile per l’illegalità. Secondo Garofalo, sebbene le forme della corruzione siano mutate, il rischio persiste, analogo ad una polveriera latente nell’agro nocerino sarnese. La Garofalo ha rifiutato l’idea dell’eroe solitario, proponendo invece un impegno civile diffuso: “Non serve l’eroismo – ha affermato – ma la decisione consapevole di schierarsi dalla parte giusta, denunciando ogni atto illecito”. Interrogata su come educare i giovani a contrastare la malavita, la referente di Libera ha risposto che l’arma più efficace è la mentalità critica, che consente di riconoscere i segnali di corruzione, anche nei piccoli gesti quotidiani. “La lotta alla criminalità richiede unità e coraggio – ha concluso Garofalo – Marcello Torre è morto solo; dobbiamo imparare a percorrere la stessa strada insieme, a viso aperto, per costruire un futuro libero dalla corruzione.” Solo così, i giovani potranno aspirare ad un futuro di legalità e impegnarsi concretamente nella sua costruzione.