A scuola uno scontro eterno: si deve fare o il “si dovrebbe fare così”?
Esiste ormai un’ossessione quasi morbosa da parte dell’insaziabile moloc burocratico con continue richieste di dati, informazioni e monitoraggi. E la didattica, quella vera?
Un articolo di Mario Maviglia del 10 aprile 2017 iniziava con un titolo che di per sé era anche una dichiarazione programmatica; in questo articolo, si lamentava la sempre più invasiva e aggressiva presenza degli aspetti burocratici nella gestione della scuola, che è stata fatta di “un’ossessione quasi morbosa da parte dell’insaziabile moloc burocratico con continue richieste di dati, informazioni e monitoraggi”.
Rimane il dubbio sulla reale efficacia di una inclusione “a scuola a tutti i costi” così come avviene, dove spesse volte la scuola diventa una sorta di parcheggio burocratico e non si riesce a fare nulla di veramente efficace e impattante per il futuro e il “dopo” del ragazzo. 
Nella scuola 3.0 ha ancora senso parlare del Latino o della sua “effettiva utilità”?
Il ruolo del docente di sostegno, grazie anche a una delle normative più evolute d’Europa frutto di un più che quarantennale percorso legislativo, normativo e di preparazione professionale, ha nel quadro normativo italiano un ruolo ben chiaro e definito.
Non cessa neppure in piena estate l’attenzione per la scuola e per una ripartenza in assoluta sicurezza, dopo le numerose polemiche scatenate da aperture e chiusure immediate lo scorso anno.