Tra i comuni che fanno a gara a chi ha il punto vaccinale migliore e il ministero della Salute che giura che i vaccini sono in arrivo, ne usciremo mai?
di Fabrizio Manfredonia“E mentre aspettiamo, non succede niente”. Sono le parole che Samuel Beckett fa dire ad Estragon, uno dei protagonisti del celeberrimo dramma “Aspettando Godot”, manifesto del cosiddetto teatro dell’assurdo; ma la citazione sembra calzante anche per descrivere i tempi moderni.
Tralasciando l’assurdità della vita ai tempi della pandemia, che probabilmente farà la fortuna di sceneggiatori e autori negli anni a venire, la citazione beckettiana va bene soprattutto per quanto riguarda l’attesa dei vaccini anti-Covid.
In principio fu Pfizer, poi è arrivato Moderna seguito a sua volta da AstraZeneca, pensato per gli under 65. È notizia fresca poi quella del nuovo vaccino prodotto da Johnson & Johnson, già approvato negli Stati Uniti e oggetto di battute sul web perché prodotto dagli stessi del “baby shampoo” e la diffusione dello sputnik, neanche lui esente da battutine, di origine russa e che tra gli effetti collaterali porterebbe fin dalla prima inoculazione a una certa propensione a imbracciare falci e martelli.
Il vaccino, ripetono tutti gli esperti che una laurea in medicina l’hanno presa all’università, ma non a quella della vita, è l’unica arma che abbiamo per uscire dalla pandemia che ci attanaglia già da un anno, tuttavia il fatto di non produrre vaccini in Italia e di doverli prendere da qualche parte, rallenta il tutto.
Medici, infermieri, operatori che orbitano nella sanità hanno ricevuto il vaccino come è giusto che sia, così come molti over 80. E tutti gli altri? Aspettano un vaccino che, come Godot, sembra non arrivare mai. Facili ironie a parte, secondo i dati del ministero della Salute, a marzo sono attese dieci milioni di dosi: ne saranno disponibili circa il doppio rispetto a quelle avute da fine dicembre ad oggi. AstraZeneca ha poi confermato non solo le 5 milioni di dosi attese in Italia, ma anche la consegna di ulteriori 20 milioni di dosi entro aprile-giugno.
E intanto che si fa? Negli esperti cresce la preoccupazione per le varianti, quella inglese su tutte, che potrebbero (come non potrebbero) fuggire dalla copertura dei vaccini ad oggi conosciuti; negli amministratori, locali e non, cresce invece la ricerca del miglior punto vaccinale.
A Nocera Inferiore, per esempio, è stato individuato il PalaCoscioni, a Scafati il PalaMangano e a Pagani il cinema La Fenice: come a dire che le tavole sono apparecchiate ma quello che manca è la portata principale.
Come Vladimir ed Estragon, non possiamo andare via perché ci tocca aspettare Godot: ci auguriamo però che, a differenza del dramma di Beckett, alla fine arrivino davvero i vaccini perché, senza questi, scarseggia sempre di più la speranza di uscire dalla pandemia.