Addio a 3300 imprese italiane: si sono occupate dei nostri figli per decenni | L’allarmante trend
Il crollo demografico in Italia sta annientando il settore dei prodotti per l’infanzia. Oltre 3.300 imprese chiuse in 10 anni: scopri i settori più colpiti.
I dati forniti da Infocamere-Unioncamere e Inps dipingono un quadro desolante. Al 31 dicembre 2024, le imprese attive nei settori chiave dell’economia dell’infanzia erano 17.626, ben 3.300 in meno rispetto al 2014. Questa emorragia è particolarmente grave nel manifatturiero, dove il calo è ancora più accentuato. Con una riduzione di 1,2 milioni di potenziali consumatori sotto i dieci anni, il bacino di domanda si è drasticamente ridotto, lasciando le aziende a fronteggiare una sfida senza precedenti.
Il settore dei giocattoli e carrozzine in ginocchio
La crisi mette in ginocchio il settore dei giocattoli e delle carrozzine.
Il comparto dei giocattoli è forse l’esempio più lampante di questa crisi profonda. Nel 2014, operavano in Italia 3.163 aziende con oltre 4.200 dipendenti. Oggi, quel numero è precipitato a sole 1.028 società, con appena 1.500 addetti. Si registra una contrazione del 32,7% in un decennio, un vero e proprio massacro industriale. Regioni storicamente forti come la Lombardia hanno visto le loro imprese attive passare da 602 a 283, e l’Emilia Romagna da 420 a 103. Questi numeri non rappresentano solo statistiche, ma storie di famiglie e comunità colpite dalla chiusura di attività decennali.
Ancora più critica è la situazione per i produttori di carrozzine e passeggini. Dalle 59 aziende del 2014, che impiegavano più di mille persone, si è scesi a sole 24 realtà, con meno di 700 addetti. Marchi storici del Made in Italy, un tempo fiore all’occhiello della nostra manifattura, si trovano ora a lottare per la sopravvivenza. La pressione è duplice: da un lato il crollo della domanda interna, dall’altro una concorrenza internazionale, in particolare quella cinese, resa insostenibile anche a seguito delle politiche sui dazi internazionali.
Conseguenze e prospettive future per l’infanzia
Analizzare le conseguenze e le prospettive future per l’infanzia.
Le ricadute di questa crisi si estendono ben oltre i singoli fallimenti aziendali. Complessivamente, gli occupati nel settore dell’infanzia sono diminuiti a 30.477 unità, un calo del 6,7% rispetto a dieci anni fa. La flessione è ancora più marcata nel solo manifatturiero, dove si registra un -26,4%. Questa non è solo una crisi economica, ma una ferita al cuore dell’innovazione e della tradizione produttiva italiana che da sempre ha saputo creare prodotti di alta qualità per le nuove generazioni. La perdita di queste competenze e capacità produttive è un danno difficilmente reversibile.
Il crollo demografico, unito alle difficoltà economiche generali e alla pressione competitiva, sta creando un circolo vizioso. Meno nascite significano meno consumatori, e meno consumatori portano alla chiusura di imprese, che a loro volta riducono posti di lavoro e opportunità. È un monito serio sulla necessità di politiche a lungo termine che affrontino sia la questione demografica sia il supporto alle imprese in settori chiave. La scomparsa di un intero comparto è un segnale preoccupante per il futuro economico e sociale del paese, che richiede una riflessione urgente e profonda.
