Fisco, scatta l’allarme immediato: lettere già da gennaio 2026 e cosa c’è scritto | La norma che può costare caro
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Il 2026 si aprirà con una novità destinata a scuotere migliaia di commercianti, artigiani e titolari di piccole attività. L’Agenzia delle Entrate invierà infatti una serie di comunicazioni preventive per segnalare possibili irregolarità legate al nuovo obbligo di collegare il Pos al registratore di cassa. Una misura già prevista nella legge di Bilancio dell’anno scorso e pensata per garantire che a ogni pagamento elettronico corrisponda sempre uno scontrino, rafforzando tracciabilità e contrasto all’evasione. Non si tratterà di multe, almeno inizialmente, ma di avvisi da non ignorare, destinati a chi rischia di essere fuori norma senza nemmeno saperlo.
L’attenzione del Fisco, secondo quanto definito negli ultimi atti ufficiali, si concentrerà sulle attività che non sono obbligate ad avere un registratore di cassa, come tabaccai, edicole, autoscuole e alcuni distributori di carburante. In questi casi, l’assenza di una cassa da collegare al Pos potrebbe generare discrepanze tra pagamenti elettronici e corrispettivi comunicati, facendo partire automaticamente la lettera di segnalazione. Un primo passo che anticipa l’entrata in vigore dell’obbligo vero e proprio, previsto da marzo 2026.
Nuova procedura Pos–cassa: come funziona e da quando scatta
L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che il collegamento tra registratore telematico e terminali Pos non richiederà cavi, apparecchi aggiuntivi o interventi tecnici complessi. Sarà tutto digitale: il commerciante dovrà accedere alla propria area riservata nella sezione dedicata ai corrispettivi e associare il numero di matricola della cassa ai dati del Pos già registrato dagli operatori bancari.
La piattaforma per effettuare l’operazione diventerà attiva dai primi giorni di marzo 2026 e saranno previste scadenze diverse in base al tipo di attività. Chi utilizza un Pos già attivo dal 1° gennaio o comunque entro fine gennaio avrà 45 giorni dall’avvio della piattaforma per completare l’aggiornamento. Per chi attiva un Pos da febbraio in poi, invece, il collegamento dovrà essere fatto entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo all’attivazione.
L’obiettivo della norma è chiaro: rendere automatico il controllo tra pagamenti ricevuti e scontrini emessi, evitando omissioni e incongruenze e uniformando il sistema degli adempimenti digitali. Ma proprio questo meccanismo incrociato rischia di far emergere anomalie nelle attività che, per legge, non emettono scontrini.

Chi rischia di ricevere le lettere del Fisco e quali sanzioni sono previste
Le prime lettere partiranno da gennaio 2026 e saranno indirizzate principalmente ai commercianti che, pur avendo un Pos attivo, non dispongono di un registratore di cassa. Tra le categorie più coinvolte ci saranno tabaccai, edicole, autoscuole e benzinai, attività per cui la normativa prevede già regole particolari in materia di scontrini e corrispettivi.
Le comunicazioni saranno semplici avvisi di anomalie riscontrate nei dati, utili per correggere eventuali errori prima dell’avvio dei veri controlli. Solo in caso di mancato adeguamento scatteranno verifiche successive e, se necessario, sanzioni.
Le multe previste dalla nuova normativa sono molto pesanti. La violazione dell’obbligo comporta una sanzione di 100 euro per ogni trasmissione mancante, fino a un massimo di 1.000 euro ogni tre mesi. A queste si aggiunge una sanzione una tantum, già prevista per chi non dispone degli strumenti necessari per emettere scontrini, compresa tra 1.000 e 4.000 euro. Il tutto mentre l’obbligo effettivo entrerà in vigore solo da marzo, dando ai commercianti poche settimane di tempo per adeguarsi.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’Agenzia fornirà ulteriori chiarimenti operativi, soprattutto per le categorie più esposte. Intanto, le lettere in arrivo da gennaio rappresentano un avvertimento chiaro: è il momento di verificare ogni dettaglio, perché il nuovo sistema di incrocio dei dati non lascerà margini di errore.
