Campania: Fico trionfa col 60 % e travolge il centrodestra | Ma emerge un dato anomalo: i numeri parlano chiaro
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Le elezioni regionali in Campania segnano un risultato netto e indicativo, con un vincitore chiaro e una serie di dati che ridisegnano equilibri politici e confermano tendenze già emerse nelle ultime tornate elettorali.
Il voto, pur caratterizzato da una partecipazione molto bassa, restituisce un quadro politico in cui il candidato progressista riesce a imporsi con un margine ampio. Dietro questa affermazione, però, si nascondono dinamiche interne ai partiti e segnali importanti per il futuro della regione e delle alleanze nazionali.
Il confronto tra le coalizioni mostra infatti una distanza significativa tra i due schieramenti principali, ma anche una distribuzione del consenso che racconta molto più del semplice dato finale. Tra conferme, sorprese e liste che si muovono in modo diverso rispetto ai leader, l’esito assume una valenza più profonda del previsto.
Un successo personale per Fico che va oltre la coalizione
La Campania è tornata al voto per eleggere il successore di Vincenzo De Luca, e fin dalle prime ore lo scenario è apparso chiaro: Roberto Fico, sostenuto da un’ampia coalizione progressista, ha conquistato un vantaggio solido, delineato dagli exit poll e poi confermato dalle stime. Le rilevazioni di Opinio Italia per la Rai accreditavano l’ex presidente della Camera tra il 56,5% e il 60,5%, mentre Edmondo Cirielli, candidato del centrodestra, si fermava tra il 35% e il 39%.
Anche gli altri istituti hanno confermato la stessa tendenza: Swg per La7 collocava Fico tra il 54% e il 58%, mentre YouTrend per Sky TG24 individuava un margine più contenuto ma comunque stabile, con il candidato progressista tra il 53% e il 57%. È un risultato che segnala una forte prevalenza personale del candidato, capace di compattare le sigle della coalizione pur in un contesto di affluenza molto bassa, limitata al 43,2% contro il 54,3% della precedente tornata.

I numeri delle liste rivelano il vero equilibrio politico
Oltre alla vittoria di Fico, i dati più significativi riguardano le liste, perché è qui che si osservano movimenti importanti. Nel campo progressista, il Partito Democratico risulta la forza principale con una forchetta tra il 16,5% e il 20,5%, mentre il Movimento Cinque Stelle resta più indietro, fermandosi tra il 9% e il 13%, ben al di sotto della soglia psicologica del 15%. Un dato che evidenzia un divario tra la popolarità del candidato e la forza effettiva del partito di riferimento.
La coalizione vede inoltre la lista A Testa Alta attestarsi tra il 6% e l’8%, Casa Riformista tra il 4,5% e il 6,5%, Avs tra il 4% e il 6%, mentre la lista personale Fico Presidente oscilla tra il 3,5% e il 5,5%. Un mosaico articolato che conferma la pluralità del fronte progressista, ma anche una frammentazione che non garantisce un peso uniforme tra le sue componenti.
Dall’altra parte, il centrodestra mostra performance differenziate: Fratelli d’Italia cresce con un consenso tra il 14,5% e il 18,5%, Forza Italia si muove tra il 9% e il 13%, mentre la Lega resta più debole con un dato tra il 3,5% e il 5,5%. La lista Cirielli Presidente si ferma invece all’1,5-3,5%, indicando una difficoltà a costruire un seguito personale paragonabile a quello del suo avversario.
L’insieme dei dati conferma così una fotografia precisa: Fico vince in modo netto, ma il M5S resta indietro, mentre la coalizione progressista, pur premiata dal risultato del candidato, mostra equilibri interni tutt’altro che scontati. La Campania esce da questo voto con un segnale forte, ma anche con molti interrogativi sulle dinamiche future dei partiti che compongono lo scenario regionale e nazionale.
