Ultim’ora: “il pellet è finito nella lista delle sostanze vietate” | Dall’1/10 non lo puoi più comprare, come l’amianto

Ultim’ora: “il pellet è finito nella lista delle sostanze vietate” | Dall’1/10 non lo puoi più comprare, come l’amianto

Pellet (pexels) risorgimentonocerino.it

Il pellet non è come pensi che sia. Scopri tutto quello che c’è da sapere su una sostanza che pensavi fosse il top.

Il pellet è diventato negli ultimi vent’anni una delle fonti di riscaldamento più diffuse nelle case italiane. Si tratta di piccoli cilindri ottenuti dalla lavorazione degli scarti del legno, compressi e resi combustibile ad alta resa. Una soluzione pratica, economica e percepita come ecologica, perché permette di riutilizzarne i residui.

Sono stati considerati per molto tempo l’alternativa più sostenibile al gas e al gasolio, soprattutto nelle abitazioni di montagna o nelle zone non servite dal metano. Il loro utilizzo ha permesso a molte famiglie di abbattere i costi delle bollette e di riscaldare in maniera più uniforme gli ambienti.

Inoltre, l’industria del pellet è diventata un settore economico rilevante, con aziende italiane e straniere impegnate nella produzione e nella distribuzione. Un combustibile moderno, che ha avuto il pregio di unire convenienza e una certa idea di rispetto ambientale, almeno fino a quando la questione delle emissioni non è tornata al centro del dibattito.

L’era del pellet è finita

Prima dell’avvento del pellet, il riscaldamento domestico nelle zone rurali o periferiche si basava su altre fonti, spesso molto meno efficienti. La legna tradizionale era la più usata, con camini e stufe che però disperdevano gran parte del calore e producevano fumo in abbondanza.

In alternativa, si faceva ricorso al carbone, combustibile potente ma altamente inquinante, che rilasciava sostanze nocive sia per l’ambiente sia per la salute, a causa del pericolo di intossicazioni da monossido di carbonio. L’arrivo del pellet sembrava dunque la svolta. Ma bisogna ormai dirgli addio.

Gas (pexels) risorgimentonocerino.it

Addio al pellet

Dal primo ottobre il pellet entra ufficialmente nella lista delle sostanze soggette a restrizioni, ma il divieto non è assoluto come potrebbe sembrare a prima vista. Non si tratta infatti di una messa al bando totale, bensì di una regolamentazione basata sulla qualità e sull’efficienza degli impianti. In alcune aree, specialmente nelle pianure e nei territori più inquinati, non sarà più possibile accendere stufe o camini a pellet che non rispettino determinati requisiti.

Le regole parlano chiaro: stop agli apparecchi di bassa efficienza con classificazione da zero a due stelle. Al contrario, sarà obbligatorio installare dispositivi con almeno quattro stelle e utilizzare pellet certificato di qualità, come la classe A1. Una distinzione che mira a ridurre le emissioni di polveri sottili e a garantire un utilizzo più sostenibile di questo combustibile. Non un addio al pellet, quindi, ma un ridimensionamento severo che cambierà le abitudini di molte famiglie.