Ultim’ora: addio al liquore napoletano più bevuto di sempre | Chiuso dalla Guardia di Finanza per “magagne”

Ultim’ora: addio al liquore napoletano più bevuto di sempre | Chiuso dalla Guardia di Finanza per “magagne”

Guardia di finanza (wiki commons) risorgimentonocerino.it

Nemmeno nella città più sicura del mondo in fatto alimentare adesso si può stare tranquilli. Scopri cos’hanno che non va i liquori partenopei.

La tradizione dei liquori napoletani ha radici profonde, tanto da rappresentare una parte significativa della cultura enogastronomica del sud Italia. Napoli e le sue province hanno custodito per secoli ricette artigianali che mescolano erbe, frutta e spezie, dando vita a bevande diventate simbolo di convivialità e ospitalità.

Non si tratta soltanto di gusti, ma di vere e proprie storie tramandate di generazione in generazione, che resistono al tempo nonostante le mode passeggere. Nel Meridione il ventaglio di proposte è ampio: limoncello della Costiera Amalfitana, nocino, liquori al finocchietto selvatico e creme di pistacchio.

Non mancano le sperimentazioni moderne, che affiancano i classici consolidati. Ci sono aziende giovani che cercano di innovare, introducendo aromi particolari e metodi di lavorazione alternativi. Tuttavia, resta forte il richiamo al gusto tradizionale, perché nel sud si tratta di riti familiari quasi.

Non solo a sud

Se si sposta lo sguardo al nord, il panorama cambia ma non perde intensità. Qui le bevande alcoliche tendono ad avere una base diversa, spesso più legata al mondo delle erbe alpine e delle radici medicinali. Amari, grappe e distillati di montagna rappresentano il cuore pulsante della tradizione.

Molte aziende del settentrione hanno conquistato anche mercati internazionali: gli amari piemontesi, le grappe trentine e friulane o i distillati lombardi hanno infatti una solida reputazione, basata su secoli di produzione e affinamenti che li rendono apprezzati anche al di fuori dei confini italiani. A volte però si celano pericoli inattesi.

Cibo napoletano (pexels) risorgimentonocerino.it

I liquori pericolosi

Ansa ha diffuso le informazioni. In questo panorama ricco di storia e cultura, una notizia ha scosso la provincia di Napoli con un episodio che ha sorpreso molti. I carabinieri di Castellammare di Stabia hanno scoperto durante un blitz una produzione illegale di liquori alla marijuana all’interno dell’abitazione di un 24enne. La perquisizione ha rivelato non soltanto bottiglie di liquore pronte per la distribuzione, ma anche un barattolo di latte per neonati utilizzato come nascondiglio, al cui interno erano stati rinvenuti 126 grammi di marijuana.

Il caso ha fatto emergere uno scenario inquietante, che mescola la tradizione dei liquori con sostanze stupefacenti, compromettendo un settore storicamente legato alla purezza. L’episodio ha portato al sequestro immediato e alla chiusura dell’attività, attirando l’attenzione delle autorità sulla necessità di intensificare i controlli. Napoli, simbolo di eccellenza gastronomica, si è trovata al centro di una vicenda che rischia di minare l’immagine di un prodotto amato da generazioni.