INPS, l’1 settembre non andare in Posta: “tanto non ti diamo una lira” | Slittano le pensioni italiane

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Incredibile: non c’è mai un attimo di tregua per i pensionati. La posta sembra non fregarsene nulla di loro.
Ogni mese, migliaia di pensionati italiani si mettono in fila davanti agli uffici postali per ricevere quello che, per molti di loro, è l’unico sostegno economico disponibile: la pensione. Nonostante l’età avanzata, le difficoltà motorie o le alte temperature, è ancora diffusa l’abitudine di recarsi personalmente a ritirare i contanti allo sportello.
Ma in tanti, ormai stanchi o impossibilitati, si affidano a persone di fiducia. Amici, vicini, parenti: qualcuno a cui delegare il ritiro della pensione. Eppure, non sempre questa scelta si rivela felice. Ogni anno vengono segnalati centinaia di casi in cui i soldi della pensione spariscono misteriosamente lungo il tragitto.
A volte sono gli stessi parenti a trattenere una parte della somma. In altri casi, il pensionato scopre troppo tardi che la delega è stata utilizzata per fare altro. Il dramma è che questi episodi, anche quando denunciati, si concludono spesso con un nulla di fatto. Anche il sistema di deleghe, per quanto utile, non è infallibile.
Le truffe corrono anche in Posta
E in un’Italia che invecchia, e dove la solitudine degli anziani è una vera emergenza sociale, diventa sempre più urgente trovare soluzioni che tutelino davvero i più fragili. Accanto ai furti di famiglia infatti, si moltiplicano i casi di raggiri compiuti direttamente negli uffici postali.
Alcuni dipendenti infedeli approfittano della vulnerabilità degli anziani per intascare parte delle somme, omettere versamenti o far firmare documenti non chiari. Basta una distrazione, una vista poco nitida, un momento di fiducia mal riposta, e il danno è fatto. Non mancano nemmeno le truffe più sofisticate, dove finti operatori postali o bancari contattano i pensionati per fingere di aggiornare i dati per rubare.

Slittano le pensioni di settembre
L’allarme scatta ogni volta che si avvicina il primo del mese. Ebbene, per l’1 settembre 2025, è bene non correre in Posta troppo presto. Non perché ci sia qualcosa di grave, ma perché alcuni pagamenti slitteranno come da prassi consolidata. Come sempre, infatti, il calendario degli accrediti segue un ordine alfabetico e scaglionato, per evitare assembramenti e lunghe code.
I pensionati il cui cognome inizia con le lettere M-Z, ad esempio, dovranno attendere qualche giorno in più rispetto agli altri. Un ritardo che non è tecnico né causato da fondi mancanti, ma semplicemente organizzativo. Va specificato che il ritardo non riguarda tutte le categorie, ma solo alcune fasce di beneficiari che ricevono ancora l’assegno in contanti. Chi ha optato per l’accredito su conto corrente o libretto postale non subirà alcuno slittamento.