L’antico Israele e i visitatori celesti

Le antiche tradizioni ebraiche, spesso trascurate dagli studiosi moderni, rivelano sorprendenti allusioni a potenziali contatti extraterrestri nel Vicino Oriente antico. Analogamente a quanto osservato nei documenti islamici riguardanti gli UFO, anche la letteratura ebraica, inclusi testi apocrifi, ortodossi e didattici, presenta descrizioni di fenomeni aerei inspiegabili. Figure come i “se’irim”, creature simili a satiri che ricordano il Chupacabra, e gli “accoliti di Lilith”, che tormentavano i dormienti con incontri notturni, sono descritti in modo simile ad alcune entità aliene moderne. Altri testi menzionano gli “ofannim”, angeli con forma di ruota che scortavano il “carro celeste” (merkavah) divino, paragonabili agli dei civilizzatori come Oannes venerati da diverse culture antiche. Inoltre, i “bene-Elohim” e i “Nephilim” (i giganti), frutto di unioni tra esseri terrestri e “celesti”, sono descritti con caratteristiche fisiche straordinarie, come volto splendente, capelli bianchi e occhi lampeggianti, o addirittura pelle verde.
Un’analisi approfondita di testi come la Torah, il Talmud, i Pirqè Avot, la Mishnah, la Tosefta, i Midrash e l’Haggadah, rivela una cosmologia iniziale ben diversa dalla successiva visione antropocentrica. Testi antichi come le “Saghe ebraiche delle Origini” descrivono la creazione di numerosi mondi, alcuni distrutti prima della creazione del nostro. Il “Manoscritto copto” attribuito a Simone Mago parla addirittura di ventisette universi oltre il nostro. La Cabala, con i suoi sette mondi, offre descrizioni simboliche, ma suggestive, di pianeti abitabili, ognuno con caratteristiche uniche, abitanti e condizioni ambientali distinte. Il “Sepher ha-zohar”, il “Libro dello Splendore”, narra di un dialogo tra il rabbino Yosseph e un sopravvissuto di un universo parallelo, “Arqa”.
Le “Saghe ebraiche delle Origini” affermano che Noè, tramite un libro ricevuto dall’arcangelo Raffaele, acquisì conoscenze astronomiche riguardanti Aldebaran, Orione e Sirio, stelle spesso associate nell’ufologia moderna a possibili origini extraterrestri. Analogamente, Adamo, secondo le leggende, ricevette istruzioni angeliche e conoscenze astronomiche. Un articolo del 1976 su “New Scientist” ipotizzava che un epiteto divino nel testo “Hadrazuta Odisha” fosse in realtà una macchina tecnologica avanzata, forse di origine extraterrestre, capace di produrre la manna. Questa ipotesi, sebbene pubblicata il 1° aprile, era sostenuta da solide ricerche, ma fu accolta con scetticismo.
Vangeli apocrifi ebraici presentano ulteriori elementi ufologici. L'”Apocalisse di Mosè” descrive un carro di luce apparso ad Eva, mentre l'”Apocrifo di Abramo” e “La vita di Adamo ed Eva” descrivono un carro celeste con ruote di fuoco e occhi, su cui sedeva Dio. Lo studio dei “carri celesti” era considerato pericoloso dai Farisei, a causa di leggende su incidenti e morti misteriose tra gli studiosi. Tuttavia, le apparizioni di fenomeni aerei inspiegabili nei cieli di Israele sono documentate fin dall’antichità, come testimonia Flavio Giuseppe, che narra di una stella simile a una spada immobile sopra Gerusalemme nel 65 a.C. e di altre strane luci.
La tradizione ebraica narra di un UFO apparso alla nascita di Abramo, descritto come una stella straordinaria che divorava altre stelle. L'”Apocalisse di Abramo” descrive il suo rapimento celeste su una macchina volante descritta con dettagli sorprendentemente simili a quelli degli incontri ravvicinati moderni. “Il resto delle parole di Baruc” narra di un viaggio temporale di Abimelec, che lo porta a vivere un lasso di tempo enorme in poche ore.
Il caso più notevole riguarda Enoch, il profeta che “non fu più visto perché Dio lo prese in Cielo”. Il “Libro di Enoch” descrive il suo viaggio spaziale a bordo di una macchina volante con angeli “buoni”, e il suo incontro con angeli con tute spaziali. Enoch apprende dell’esistenza di “Veglianti”, angeli caduti che si sono uniti con le donne terrestri, generando i giganti. Alcuni interpreti vedono nei Veglianti una razza di colonizzatori che hanno interferito con lo sviluppo umano. Il testo menziona anche gerarchie angeliche, come i “Figli dei Santi”, organizzati militarmente, e altri esseri, incluso Noè, che, secondo alcune versioni, ricevette aiuto dagli angeli per la costruzione dell’Arca.
Testi ebraici antichi descrivono l’esistenza di migliaia, addirittura centinaia di migliaia di mondi, una visione cosmologica molto diversa da quella monoteistica successiva. Anche se la filosofia di Maimonide influenzò profondamente l’ebraismo nel XII secolo, la tradizione rabbinica mantenne per secoli l’idea di un’unica Terra abitata. Tuttavia, anche la Bibbia, come ricorda Paolo, riconosce la potenziale esistenza di “molti dèi e molti signori”. L’esistenza di una vasta cosmologia, popolata da varie entità celesti, è un tema ricorrente nella letteratura ebraica antica, suggerendo una visione più complessa del nostro posto nell’universo rispetto a quella generalmente accettata.