L’origine di “Nun sfruculià ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe”

In occasione della festa di San Giuseppe, patrono dei padri, approfondiamo la genesi di un’espressione napoletana assai nota: “Nun sfruculià ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe!”. Questa colorita locuzione partenopea, usata per ammonire chi si comporta in modo provocatorio, invita a cessare comportamenti fastidiosi, a smettere di “sfruculiare la mazzarella”, appunto. Sebbene il detto menzioni San Giuseppe, la sua origine non è legata a eventi della vita del santo. La sua diffusione risale al XVIII secolo, e la sua nascita è legata a un celebre tenore napoletano, Nicola Grimaldi diRosa Soldani, più conosciuto come Nicolini. Ingannato da abili mercanti, Nicolini acquistò un bastone, spacciatogli per quello di San Giuseppe. Ignaro della falsità, collocò il bastone nella sua cappella privata a Palazzo Cuomo, a Chiaia, generando grande devozione popolare. Il 19 marzo e nei giorni seguenti, la cappella diveniva meta di numerosi pellegrini desiderosi di toccare la presunta reliquia, o addirittura di prelevarne frammenti (“frecule”). Per proteggere il bastone, Nicolini incaricò il suo servitore veneziano, Andrea Musciano, ottimo conoscitore del dialetto napoletano, di impedire ai fedeli di toccarlo, apostrofandoli con l’energico: “Nun sfruculià ‘a mazzarella!”. Da allora, l’espressione si è diffusa nel linguaggio comune. In questa giornata dedicata al santo, ricordiamo le tradizioni e le espressioni che arricchiscono il nostro patrimonio linguistico, spesso con origini inaspettate. A tutti i Giuseppe, Giuseppina e, naturalmente, a tutti i papà, i migliori auguri.