Un’odissea burocratica: richiesta di un intervento urgente

Un’odissea burocratica: richiesta di un intervento urgente

Caro Manlio, amico e ex sindaco, ti chiedo un favore che, lungi dall’essere una richiesta impropria, rientra pienamente nei tuoi doveri istituzionali: un intervento d’ufficio per risolvere una situazione paradossale. Da circa un anno, il mio oculista mi ha diagnosticato una cataratta all’occhio sinistro, consigliandomi un intervento chirurgico. L’iter burocratico, però, si è trasformato in un calvario. Dopo la prenotazione (solo a partire da giugno, previa prescrizione medica e autorizzazione ASL), mi sono presentato in ospedale il 7 novembre, a digiuno e munito di esami cardiologici (visita e ECG) effettuati privatamente (grazie alla gentilezza gratuita del dottor Francesco Giallauria). Invece dell’intervento, ho solo presentato documenti, pagato il ticket e “aperto la cartella clinica”. Un’altra delusione si è materializzata a dicembre, dopo un ulteriore appuntamento: ancora una volta, solo la compilazione burocratica, con il rifiuto, da parte del personale, di considerare le procedure già completate. A questo punto, di fronte a una scelta tra un ulteriore inutile appuntamento o il rinvio sine die, ho rifiutato con sdegno questa assurda prassi. Rivolgo, pertanto, un appello anche al commissario alla sanità campana, Vincenzo De Luca, affinché ponga rimedio a simili disagi. Attualmente, con una vista compromessa, rappresento un pericolo per me e per gli altri (incidenti stradali, etc.). Per tutelare la collettività e me stesso, ti prego di disporre un intervento urgente: un TSO, ma con una precisazione fondamentale: il ricovero non deve avvenire in un reparto di salute mentale (le mie facoltà cognitive sono intatte), bensì nel reparto oculistico, per l’intervento di cataratta. Aldo Di Vito [email protected]