Idee e Partiti: Una Riflessione sulla Politica Contemporanea

Idee e Partiti: Una Riflessione sulla Politica Contemporanea

Le convinzioni politiche, ovvero le idee che plasmano il nostro approccio alle sfide sociali, dovrebbero fungere da bussola per l’adesione a un partito. Un partito dovrebbe rappresentare queste idee, non viceversa. Tuttavia, la realtà politica spesso presenta un quadro diverso. Spesso, gli esponenti politici adottano le posizioni del loro partito, indipendentemente dalla loro convinzione personale, con l’obiettivo di ottenere consensi elettorali. Questa ipocrisia genera profondo scetticismo nel pubblico, che percepisce la retorica politica come strumentale e finalizzata unicamente a danneggiare gli avversari. Questa pratica, diffusa a livello internazionale, rappresenta un’autentica piaga del sistema politico attuale.

La cosiddetta “questione morale”, quando affrontata dai politici, diventa “questione politica”, svuotata di qualsiasi sostanza etica. Le sanzioni proposte – processi, espulsioni, dimissioni – sono di natura giuridica o istituzionale, non morale. La vera sanzione morale – disprezzo, ostracismo sociale, perdita di prestigio – è assente. Di conseguenza, la corruzione è percepita come infrazione legale e politica, non come colpa morale.

Questo fenomeno è il risultato di un processo di demolizione culturale, iniziato alla fine del XIX secolo, che ha smantellato la tradizionale weltanschauung borghese, basata su virtù come giustizia, saggezza e rispetto dell’autorità. Le due guerre mondiali hanno completato questa distruzione, lasciando spazio a un’unica forza dominante: il potere, al quale viene offerto il sacrificio rituale della corruzione.

La scelta di Renzi di non cedere alle pressioni della magistratura, rappresentata dall’elezione di Davigo a presidente dell’ANM, è stata saggia e responsabile. Una guerra aperta tra politica e magistratura rappresenterebbe una grave minaccia per la stabilità della Repubblica. I magistrati, infatti, non possiedono un programma politico alternativo, essendo spinti solo dalla volontà di preservare il proprio immenso potere. Il loro “attivismo morale” si traduce in carcerazioni e sentenze, ricordando le condanne ingiuste di Socrate e Gesù.

L’uso ripetuto dell’espressione “secondo me” non limita la validità di quanto affermato, ma sottolinea il carattere personale e opinabile delle considerazioni espresse. La libertà di pensiero, come dimostrano esempi storici di persecuzione religiosa e ideologica, è un diritto fondamentale che prescinde dal consenso altrui.

Aldo Di Vito [email protected]