La Memoria Congelata: riflessioni del sindaco Torquato sulla Shoah

La commemorazione della Giornata della Memoria, in un contesto di crescente antisemitismo, rischia di diventare una sterile ripetizione formale. Quest’anno, in particolare, si avverte una profonda mancanza di sostanza. Il rischio è che il ricordo dello sterminio degli ebrei in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, sia in Germania nazista che nell’Unione Sovietica, perda di significato, trasformandosi in un cliché riproposto in film, racconti e celebrazioni ufficiali. Diventa un rito vuoto, una consuetudine esausta, anziché una memoria viva e consapevole. La memoria, invece, rende attuale il ricordo, lo contestualizza. Questa preoccupazione è amplificata dall’esistenza di un diffuso antisemitismo, latente o manifesto, che permea ancora la società europea. La criminalizzazione dello Stato di Israele, persino la sua politica di sopravvivenza, trova purtroppo ancora credito presso molti, manifestandosi con l’incendio di bandiere israeliane nelle piazze europee, o con l’assurdo paragone tra il Muro di Berlino e quello di Gerusalemme, quest’ultimo costruito per fronteggiare gli attacchi terroristici. L’esultanza pubblica per gli attacchi missilistici contro le città israeliane, come nel caso della discussa trasmissione televisiva di anni fa, è un altro esempio allarmante. L’episodio del recente rifiuto del Parlamento Europeo di commemorare la scomparsa di Ariel Sharon, figura controversa ma fondamentale per la nascita e la difesa dello Stato di Israele, evidenzia ulteriormente questa inquietante tendenza. Questo perpetuo ritorno dell’identico ci mostra un’Europa ancora permeata da una cultura antiebraica, che ci porta a condannare frettolosamente ogni azione israeliana e a considerare ogni critico di Israele un paladino della libertà. Ricordare la Shoah oggi significa comprendere e rispettare il diritto all’esistenza di Israele, il diritto degli ebrei a uno Stato libero, a vivere in pace e sicurezza.