Un’insolita soluzione alla deflazione europea: un’alleanza strategica con il Venezuela

Un’insolita soluzione alla deflazione europea: un’alleanza strategica con il Venezuela

L’Europa affronta una stagnante deflazione, un fenomeno che incrementa l’onere del debito pubblico e soffoca la crescita economica. Contrariamente, il Venezuela sperimenta un’inflazione galoppante, raggiungendo a settembre un tasso mensile del 16,9% e un incremento annuo del 180%. Questa disparità offre un’opportunità inaspettata. Il crollo del prezzo del petrolio, principale fonte di reddito del Venezuela (oltre il 95% delle esportazioni), ne ha compromesso l’economia, contraendo il PIL del 3,9% nel 2015 e riducendo i consumi pro capite nella stessa misura. Il budget venezuelano, basato su una previsione di 60 dollari al barile, soffre del prezzo attuale di circa 40 dollari, aggravato dalla decisione dell’OPEC di non ridurre la produzione nonostante la diminuzione della domanda globale.

La Banca Centrale Europea (BCE), impegnata nel quantitative easing con risultati scarsi, inietta 60 miliardi di euro mensili nell’economia europea per contrastare la deflazione, ma senza raggiungere il target inflattivo del 2%. Invece di saturare il sistema bancario con liquidità inutilizzata e costosa, la BCE potrebbe considerare un approccio innovativo: acquistare titoli di Stato venezuelani a tassi agevolati. Questa strategia consentirebbe di “importare” inflazione dal Venezuela, raggiungendo l’obiettivo inflattivo desiderato.

Tale accordo implicherebbe un patto tra l’UE e il governo venezuelano: la BCE acquisirebbe titoli di Stato, mentre il Venezuela si impegna ad importare beni europei. Inoltre, l’Europa potrebbe ricevere quote della produzione petrolifera venezuelana a copertura degli interessi sui titoli e per il rimborso del capitale alla scadenza. Questo approccio, sebbene a lungo termine, potrebbe prevenire una situazione simile a quella giapponese, alle prese con la deflazione dal 1992. In sostanza, una partnership strategica con il Venezuela potrebbe fornire all’Europa l’antidoto necessario contro la deflazione, sfruttando il ruolo fondamentale del petrolio nell’economia globale.