L’avvento della tecnologia: un futuro di crescita o di disoccupazione?

La paura che le macchine sostituiscano l’uomo nel mondo del lavoro è un’antica preoccupazione, risalente alla Rivoluzione Industriale e alle prime proteste contro l’automazione. Questo timore, alimentato dall’ascesa dei computer e dei robot, ha generato incertezza riguardo all’impatto della tecnologia sulla vita umana. Tuttavia, uno studio di Deloitte, pubblicato su The Guardian, rivela una prospettiva diversa. L’analisi dimostra che, contrariamente alle paure diffuse, la tecnologia ha non solo incrementato l’occupazione, ma ha anche migliorato le condizioni di vita generali. In primo luogo, l’automazione ha preso il sopravvento su lavori pericolosi e faticosi, aumentando la produttività e riducendo i costi. Questo ha, di conseguenza, aperto la strada a nuovi settori economici, come quello informatico, offrendo nuove opportunità lavorative e accesso a professioni precedentemente inaccessibili, ad esempio nel campo medico o educativo. Inoltre, l’innovazione tecnologica ha drasticamente abbassato i prezzi di molti beni e servizi, aumentando il reddito disponibile e permettendo un maggiore accesso ai beni di lusso a tutti i livelli sociali. Lo studio evidenzia, ad esempio, la diminuzione del costo delle macchine negli ultimi 25 anni, che ha portato a un incremento sia della produzione che dell’occupazione. L’aumento del benessere generale ha influenzato positivamente anche settori come quello della cura della persona, come dimostra l’incremento significativo del numero di parrucchieri: nel 1871, in Gran Bretagna, c’era un parrucchiere ogni 1793 abitanti; oggi, grazie al progresso tecnologico, il rapporto è di uno ogni 287. In conclusione, lo studio dipinge un quadro positivo, sottolineando il ruolo della tecnologia come motore di crescita economica e miglioramento delle condizioni di vita.