Il Cristo velato di Napoli: un’eredità artistica tra Veneto e Campania

La genesi del Cristo velato, capolavoro conservato a Napoli, rivela un intrigo artistico che intreccia la cultura veneta con quella campana. Al centro di questa singolare storia c’è Antonio Corradini, abile scultore originario di Este, cittadina veneta vicina a Padova, e membro di una famiglia legata alla dinastia degli Este, Duchi di Ferrara. Celebre in tutta Europa per la sua abilità nel creare suggestive velature marmoree su ritratti femminili, Corradini giunse a Napoli, dove la sua arte contribuì alla creazione di un’opera iconica. Tra i tesori artistici napoletani, il Cristo velato risalta per la sua suggestiva bellezza e il mistero che lo avvolge, ulteriormente amplificato dalla connessione con le presunte attività alchemiche ed esoteriche del principe Raimondo di Sangro. L’abilità di Corradini si manifesta anche nell’imponente statua della Pudicizia, anch’essa custodita nella Cappella Sansevero e commissionata dal principe, dove il velo aderente al corpo della donna lascia intravedere con delicata naturalezza le sue espressioni di purezza e castità. Quest’abilità tecnica, capace di dare vita al marmo, colpì profondamente il principe, che commissionò a Corradini anche la scultura del Cristo velato per la propria tomba. Purtroppo, la prematura scomparsa di Corradini a Napoli nel 1752, impedì la realizzazione del progetto, lasciando solo un bozzetto in terracotta, oggi esposto presso il Museo di San Martino. Questo bozzetto, fonte d’ispirazione per l’opera definitiva, fu poi completato dal talentuoso scultore napoletano Giuseppe Sammartino nel 1752. Il bozzetto di Corradini, acquisito dal Museo di San Martino nel 1914, si trova oggi nella Spezieria della Certosa. L’opera definitiva, frutto di una singolare collaborazione tra due artisti eccezionali e un committente mecenate, è un esempio di stile barocco, con un’aura di mistero che, nonostante la chiarezza storica, continua ad affascinare e a rendere il Cristo velato una leggenda intramontabile, una testimonianza di talento artistico e di un intricato intreccio di eventi e destini.