La minaccia della privatizzazione dell’acqua: allarme a Cava de’ Tirreni

La minaccia della privatizzazione dell’acqua: allarme a Cava de’ Tirreni

Il rischio di una privatizzazione delle risorse idriche dell’Ausino ha acceso un dibattito acceso a Cava de’ Tirreni. Un convegno al Circolo Universitario Cavense, tenutosi il 15 giugno, ha riunito i Comitati per l’Acqua Bene Comune di diversi comuni campani dell’ATO 4, tra cui Salerno, Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e la Costiera Amalfitana, tutti fortemente preoccupati per l’eventuale cessione della quota azionaria del Comune di Salerno in Ausino, evento che potrebbe aprire la strada ad altre simili operazioni. Il timore principale è che la gestione di un bene primario come l’acqua venga affidata ad enti privati, trasformando una risorsa essenziale in un mero strumento di profitto. L’esperienza negativa dei comuni dell’ATO 3, alle prese con le problematiche legate alla Gori, incombe come un sinistro presagio. La questione è di vecchia data: tentativi di sottrarre la gestione pubblica dell’acqua per assegnarla ad aziende private, motivate unicamente dal profitto, continuano a susseguirsi nonostante il referendum del 2011, che vide una netta maggioranza (circa il 95%) opporsi alla privatizzazione. Forze politiche, spesso mascherando le proprie intenzioni dietro società a partecipazione pubblica, come la stessa Gori nell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano, promuovono attivamente questa privatizzazione. Sia il Governo centrale che quello regionale sembrano favorire tale processo, con il risultato di arricchire società apparentemente pubbliche come la Gori, che adotta comportamenti discutibili per coprire i propri deficit di bilancio. Il pericolo di un’incorporazione dell’Ausino nella Gori è reale, tanto che, prima delle ultime elezioni, i Comitati hanno richiesto ai candidati sindaci l’impegno a preservare la gestione pubblica dell’Ausino. Padre Alex Zanotelli ha sottolineato la necessità di una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza, coinvolgendo parrocchie, scuole e studenti. Un disegno di legge per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico, giacente in Parlamento dal marzo 2014, attende ancora di essere calendarizzato, dimostrando una mancanza di volontà politica nel dare seguito alla volontà popolare. L’obiettivo sembra essere la creazione di grandi aree di gestione affidate a multinazionali, con ACEA già pronta per il Centro-Sud. Padre Zanotelli, che ha portato la questione anche all’attenzione della Presidente Boldrini, ha sottolineato l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini. La grande manifestazione No-Gori del 17 gennaio scorso, con la partecipazione di circa seimila persone e 24 sindaci, dimostra come la mobilitazione popolare possa influenzare le decisioni politiche. Padre Zanotelli ha infine messo in guardia sul crescente interesse delle multinazionali per il controllo delle risorse idriche, pronte a sfruttare questa risorsa come nuova fonte di profitto. Al convegno, oltre a Padre Zanotelli, hanno partecipato Maurizio Montalto, Consiglia Salvio e rappresentanti dei Comitati e di diversi comuni, inclusi alcuni dell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano. L’intervento di Mario Perna, ex assessore di Casalnuovo, ha avuto un forte impatto emotivo, richiamando le parole di Paolo VI sulla politica come “la più alta forma di carità” e denunciando il caso di una famiglia con un bambino disabile a cui è stata interrotta la fornitura idrica per volontà dell’allora presidente della Gori, Amedeo Laboccetta. Questo episodio rappresenta una delle tante vergogne legate alla privatizzazione, reale o mascherata, della gestione dell’acqua.