Il Colchico d’autunno: un pericoloso sosia dello zafferano

Il Colchico d’autunno: un pericoloso sosia dello zafferano

Ottobre, con i suoi colori vivaci, invita a piacevoli escursioni in campagna, lungo sentieri che costeggiano ruscelli e boschi. La tentazione di esplorare la vegetazione, alla ricerca di funghi o castagne, è forte. Nei prati e ai bordi dei sentieri, un fiore affascinante cattura l’attenzione: il Colchicum autumnale, simile allo zafferano. La sua bellezza, con i petali di un delicato viola chiaro e gli stimmi giallo-arancio, è innegabile. La spontanea reazione è quella di coglierne un mazzo. Tuttavia, dietro questa innocente apparenza si cela un pericolo mortale: la colchicina. Sebbene utilizzata in medicina per la cura della gotta, allo stato naturale questa sostanza è letale e può provocare la morte in poche ore. È quindi fondamentale evitare ogni contatto, a maggior ragione la raccolta. I bambini, per la loro naturale curiosità, e gli animali domestici, in particolare i cani con il loro olfatto investigativo, sono particolarmente a rischio. I pistilli del Colchicum autumnale contengono la concentrazione più alta di colchicina. L’anno scorso, diversi decessi sono stati causati dalla confusione con lo zafferano, con l’aggiunta dei pistilli velenosi a pietanze come il risotto. I sintomi di intossicazione includono bruciore alla gola, sete intensa, dolori addominali, vomito, sudorazione fredda e crampi. Possono seguire emorragie, ipotensione e, infine, la morte per insufficienza respiratoria o arresto cardiaco.