Rumori notturni: la responsabilità civile dei comuni per l’inquinamento acustico

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14209/2023) ha stabilito la responsabilità civile dei comuni per i danni causati dall’eccessivo rumore prodotto dalla vita notturna. La sentenza, che ha accolto il ricorso di una coppia bresciana vittima di immissioni acustiche intollerabili, ha ribaltato la precedente decisione della Corte d’Appello, aprendo la strada a possibili azioni collettive contro le amministrazioni locali. Secondo la Cassazione, l’amministrazione pubblica, se non adotta misure adeguate per limitare l’inquinamento acustico proveniente dalle aree pubbliche, violando i principi di diligenza e prudenza, può essere ritenuta responsabile per la lesione del diritto alla salute dei cittadini. Questa responsabilità, che si estende a danni sia patrimoniali che non patrimoniali, scaturisce dall’inosservanza dei canoni di diligenza e prudenza nella gestione del territorio e dalla violazione del principio fondamentale del “neminem laedere”. La sentenza sottolinea che la tutela del diritto alla salute (art. 32 Costituzione), alla vita familiare (art. 8 CEDU) e del diritto di proprietà prevale sull’eventuale discrezionalità amministrativa nella gestione del territorio. Pertanto, il giudice non si intromette nell’esercizio dei poteri pubblici, ma semplicemente accerta se l’amministrazione abbia rispettato o meno le norme di legge e i principi di diligenza e prudenza, valutando l’eventuale sussistenza di una responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.). L’obbligo per il comune non è quello di dettare le modalità di gestione delle attività commerciali, ma di attuare misure effettive per riportare i livelli di rumore entro i limiti di tollerabilità, garantendo così il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. La decisione sta causando preoccupazione in molti comuni italiani, che stanno già adottando iniziative per prevenire simili contenziosi, quali la creazione di tavoli tecnici con gestori di locali e la stipula di accordi con le agenzie ambientali regionali.