L’increscioso caso dei cani di Licola: la versione della cinquantenne

Una donna di cinquanta anni, al centro di polemiche per una vicenda che ha coinvolto numerosi cani, ha voluto fornire la sua versione dei fatti, respingendo con fermezza le accuse di maltrattamento animale. Visibilmente commossa, la signora Tonia ha dichiarato di non aver mai trattato male gli animali, fornendo una dettagliata ricostruzione degli eventi avvenuti ad agosto a Licola, nella città metropolitana di Napoli. Trenta cani, alcuni denutriti e altri purtroppo deceduti, sono stati trovati nella sua abitazione. La donna ha attribuito la situazione al suo sfratto esecutivo, avvenuto a seguito di minacce da parte di emissari della proprietaria dell’immobile, che le hanno impedito di curare adeguatamente i suoi cani e di recuperare i suoi effetti personali dopo l’apposizione dei sigilli da parte dei Carabinieri. Secondo il suo racconto, il 2 agosto l’Ufficiale Giudiziario le ha rimosso la custodia dei cani, affidandoli alla proprietaria dello stabile, con l’obbligo di provvedere al loro mantenimento. Attualmente, è sotto inchiesta per accuse di maltrattamento animale, che lei nega categoricamente, sostenendo di aver sempre curato adeguatamente gli animali. Inoltre, la cinquantenne afferma di essere coinvolta in un’altra indagine della Procura, connessa ad alcuni eventi verificatisi nello stesso stabile abusivo, ma che riguardano esclusivamente altri inquilini. Infine, la donna ha descritto lo sfratto come un’azione violenta, condotta da due agenti della polizia di Giugliano e un fabbro che ha forzato la porta d’ingresso, costringendola con forza ad abbandonare la sua abitazione senza alcuna possibilità di appello.