L’inganno della presunta profezia di Isaia sulla nascita di Gesù

L’inganno della presunta profezia di Isaia sulla nascita di Gesù

Dal 2017, la Chiesa cattolica tedesca ha rivisto la traduzione del settimo capitolo di Isaia, avvicinandosi al testo originale ebraico. Tuttavia, questa correzione rimane un’eccezione: la maggior parte delle chiese cristiane persiste in una clamorosa imprecisione, in particolare durante l’Avvento, periodo dedicato alla celebrazione della nascita di Gesù, ritenuta profetizzata da Isaia. Analizziamo la verità. Isaia, figlio di Amoz, visse nel VIII secolo a.C., in un’epoca di turbolenze politiche e sociali, con Israele minacciata dall’Assiria. La sua posizione di profeta influente, probabilmente legato alla corte di Gerusalemme, gli conferiva un ruolo di primo piano. La sua opera profetica si concentrò sulla denuncia della corruzione morale generata dalla prosperità e sull’importanza della fiducia in Dio, contrastando le alleanze militari. La sua vita termina intorno al 700 a.C., secondo la tradizione ebraica, con l’arresto e la condanna a morte sotto il regno di Manasse. La presunta profezia messianica, contenuta nel versetto 14 del capitolo 7, viene generalmente tradotta come “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”. L’esame del testo ebraico originale rivela un’inaccurata interpretazione. “Almah,” non significa “vergine,” ma “giovane donna”; il termine ebraico per vergine è “betulah”. “Harah” significa “incinta,” e “yōleḏeṯ” indica il parto. La corretta traduzione è: “Ecco, la giovane donna incinta darà alla luce un figlio, che chiamerà Emmanuele”. Pertanto, non esiste alcuna profezia sulla nascita di Gesù in Isaia. Il testo identifica la donna in questione: Abijah, moglie del re Acaz. Isaia, in relazione con Acaz, sperava che questo figlio potesse liberare Israele dalla dominazione assira. Solo la Conferenza Episcopale Cattolica Tedesca ha riconosciuto questa imprecisione traducendo correttamente il testo nelle Bibbie tedesche dal 2017, sebbene mantenendo “vergine” con una nota esplicativa che indica la corretta traduzione “giovane donna”.