Il Mito del Figlio dell’Uomo: Incongruenze e Promesse Mancate nei Vangeli

L’assenza di registrazioni audiovisive ai tempi di Gesù rende impossibile una verifica assoluta delle sue parole. Esaminiamo, tuttavia, alcune discrepanze e curiosità nei testi sacri, concentrandoci sul Vangelo di Matteo, notoriamente ricco di dettagli sorprendenti e contraddizioni evidenti anche per i lettori non esperti. Ad esempio, Matteo 11,19 descrive Gesù come un commensale abbondante, definito “mangione e beone”, amico di pubblicani e peccatori. Tale abitudine appare persino inferiore a quella di Yahweh, il Dio dell’Antico Testamento (il cui presunto ruolo paterno sarà esaminato in seguito), che, secondo Numeri 28, richiedeva quotidianamente offerte consistenti di cibo e bevande inebrianti (“shakar”), con quantità significative aggiuntive all’inizio di ogni mese. Questo evidenzia un aspetto inaspettato della divinità, ben distante dall’immagine di assoluta temperanza. Un’altra incongruenza riguarda i “tre giorni” trascorsi da Gesù nella tomba prima della resurrezione. La sua morte, avvenuta intorno alle 15 del venerdì, e la scoperta della tomba vuota all’alba della domenica, indicano un lasso di tempo di circa 38 ore, non 72, smentendo la corrispondenza allegorica con la storia di Giona citata in Matteo 12,40. Infine, consideriamo una promessa non mantenuta. Matteo 10,23 afferma che i discepoli avrebbero percorso le città d’Israele prima del ritorno del Figlio dell’Uomo, mentre Matteo 16,28 assicura che alcuni tra i presenti avrebbero assistito a tale evento. Queste affermazioni, non verificatesi, mettono in luce le difficoltà interpretative e le potenziali inesattezze presenti nei testi sacri. L’importazione di concetti platonici e neoplatonici nella narrazione di Gesù, ad opera di Paolo di Tarso, sarà oggetto di un’analisi successiva. Per approfondimenti su queste e altre questioni, si consiglia la lettura di “Storia e religione senza veli: le grandi bugie”, di Gigi Di Mauro.