Il solstizio estivo: un giorno di luce e antiche tradizioni

Oggi, 21 giugno, inizia ufficialmente l’estate con il solstizio estivo, il giorno con il maggior numero di ore di luce nell’anno. Sebbene le temperature estive siano già arrivate e le spiagge siano affollate, questo evento astronomico segna l’apice della stagione. A differenza del solstizio d’inverno del 21 dicembre, giorno con il minor numero di ore di luce, il solstizio estivo rappresenta il culmine della luminosità solare. Astronomicamente, ciò avviene perché uno dei poli terrestri, in questo caso quello boreale, raggiunge la massima inclinazione verso il Sole. Alle 11:13 ora italiana, il Sole raggiungerà il punto più alto sull’orizzonte, regalandoci il maggior numero di ore di luce. A Roma, ad esempio, l’alba sarà alle 5:35 e il tramonto alle 20:49.
La data del solstizio estivo non è sempre il 21 giugno. A causa della discrepanza tra l’anno solare (365 giorni e circa 6 ore) e il calendario gregoriano, l’evento può anticipare di un giorno, come accadde nel 2020, quando ricadde il 20 giugno. Questo “sfasamento” si accumula fino all’anno bisestile, che riporta la data al 21 giugno. Pertanto, il solstizio anticipato si verificherà anche nel 2024, 2028 e così via.
L’importanza del solstizio estivo è nota fin dall’antichità. Le civiltà antiche, ritenendo il Sole al centro dell’universo, vedevano in questo giorno un momento di stasi dell’astro. Il solstizio fungeva da riferimento per la definizione dei calendari, delle stagioni agricole e delle pratiche collegate. I Greci lo associavano al culto di Persefone, i Celti lo celebravano con grandi falò. Innumerevoli monumenti, come Stonehenge, la Sfinge di Giza e il Pantheon di Roma, sono stati progettati per allinearsi con il sorgere e il tramontare del Sole durante il solstizio, testimonianza della sua importanza culturale e astronomica. Anche a Napoli, al Museo Archeologico Nazionale, una meridiana celebra l’evento con la scritta “SOLSTITIVM AESTIVVUM” che si illumina nel giorno del solstizio.