La fede islamica e il terrorismo: una distinzione necessaria

La fede islamica e il terrorismo: una distinzione necessaria

Le recenti immagini provenienti dal museo di Tunisi, teatro di un attacco terroristico efferato contro civili inermi, hanno suscitato un’ondata di orrore. È fondamentale evitare di generalizzare, associando acriticamente ogni musulmano residente in Italia al terrorismo. Questa equazione è non solo errata, ma profondamente ingiusta. L’Islam, come il Cristianesimo, è una realtà complessa e variegata, un mosaico di interpretazioni e tradizioni. Basti pensare alla pluralità del mondo cristiano: dalla Chiesa Cattolica Romana ai diversi rami dell’Ortodossia, passando per le innumerevoli confessioni protestanti (evangelisti, pentecostali, luterani, calvinisti, anglicani, ecc.), i mormoni, i battisti, i testimoni di Geova, ciascuna con le proprie peculiarità dottrinali e pratiche. Analogamente, l’estremismo di gruppi come l’ISIS non rappresenta l’essenza della fede islamica, che per molti fedeli si traduce in una vita pacifica, rispettosa delle leggi e dedita alla pratica religiosa. È importante ricordare le radici comuni di ebraismo, cristianesimo e islam, tutte religioni che affondano le proprie origini nella fede in Dio, Abramo, Isacco e Giacobbe. Seppur le interpretazioni teologiche differiscano, l’eredità spirituale condivisa rimane un elemento unificante. Il Corano, ad esempio, dimostra un profondo rispetto per Maria e per Gesù, riconoscendo la sua nascita virginale e i suoi miracoli, sempre designandolo con la formula “Su di lui la pace [di Allah]”. È essenziale evitare pregiudizi nei confronti dei musulmani, ricordando che anche i cristiani arabi utilizzano il termine “Allah” per indicare Dio. Infine, la condivisione di un principio fondamentale rafforza il legame tra le tre grandi religioni monoteiste: il monoteismo, espresso nel comandamento cristiano “Non avrai altro Dio al di fuori di me” e nella formula coranica “La ilaha illa allah” (Non c’è altro Dio (Allah) al di fuori di Allah).