La restauratrice di Nocera Superiore che porta avanti l’eredità del nonno mai conosciuto

La restauratrice di Nocera Superiore che porta avanti l’eredità del nonno mai conosciuto

Nella quiete del suo laboratorio a Nocera Superiore, Ilaria Lamberti, 32 anni, si dedica all’arte del restauro. Circondata dai delicati profumi di alcol, stucco e resina, la giovane artigiana si immerge nel suo lavoro, un’attività che rappresenta la realizzazione di una passione antica, tramandata attraverso i ricordi di famiglia. Fin da piccola, Ilaria ha nutrito una profonda attrazione per gli oggetti d’epoca, un sentimento che col tempo si è trasformato in una vocazione. “Ogni oggetto che restauro – afferma – mi suscita emozioni uniche. Cerco timbri e firme, immaginando le vite che quell’oggetto ha attraversato, le storie che cela al suo interno”. Questo senso di mistero e di connessione con il passato è stato particolarmente intenso durante il restauro dell’altare ligneo del Convento di Sant’Andrea a Nocera Inferiore. Per Ilaria, il restauro è un atto di cura e rispetto: “Non modificare nulla, preservare la storia e l’essenza dell’oggetto. Il legno è vivo, si trasforma nei secoli, scricchiola, profuma in modo unico. L’ulivo, ad esempio, emana un aroma inconfondibile durante la lavorazione”. Questa profonda conoscenza del legno non proviene solo da manuali e studi, ma anche dalla memoria familiare. Il suo nonno paterno, falegname ed ebanista, era un abile artigiano che creava, cesellava e intarsiava mobili. Ilaria non l’ha mai conosciuto, ma conserva gelosamente i suoi strumenti, manufatti di straordinaria qualità che si rifiuta di usare. “Ricordo mio padre che ripara i mobili del nonno – racconta Ilaria – e io lo osservavo affascinata. Poi mi mostrò una fotografia del nonno al lavoro, risalente agli anni ’60, quando iniziava a perdere la vista. In quella foto, la sua concentrazione, il suo tocco delicato che percepiva le venature e la forma del legno, mi hanno profondamente colpita. Ho visto in quell’immagine tutta la passione, capace di vincere il tempo stesso”. Da quel momento, la sua strada è stata chiara: seguire le orme del nonno, tramandando a sua volta l’arte e la memoria di famiglia, custodendo la foto sbiadita e gli strumenti come preziosi tesori.