La rinascita dell’Educazione Civica: tra passato e presente

Il riemergere dell’Educazione Civica come disciplina scolastica, con un monte ore minimo definito per legge e un approccio interdisciplinare, segna un’importante svolta. Questa scelta, in seguito al periodo di turbolenze politiche e alla necessità di rafforzare la coesione sociale, riflette un’attenzione rinnovata al patto costituzionale. La denominazione stessa, reminiscenza di un passato recente, si presenta programmatica, abbracciando un concetto più ampio rispetto alla precedente “Cittadinanza e Costituzione”, limitata forse eccessivamente ad aspetti specifici come educazione ambientale, stradale, sanitaria e alimentare, oltre ad una superficiale introduzione alla Costituzione. Precedentemente relegata a ruolo marginale, spesso sacrificata per carenza di tempo, l’Educazione Civica era nata con l’obiettivo ambizioso, forse idealistico, di formare cittadini consapevoli, responsabili e integrati nel sistema democratico. Questo intento, pur subendo modifiche nel corso del tempo, si è mantenuto fino agli anni ’90, quando il crollo della Prima Repubblica e l’aggravarsi dei conflitti politici hanno riacceso l’urgenza di un rinnovato impegno per la coesione sociale e il rispetto del patto costituzionale. Questa necessità ha generato un’ondata di studi e sperimentazioni educative, culminata nell’introduzione attuale dell’Educazione Civica. L’approccio attuale mira a dotare gli studenti di strumenti per comprendere i propri diritti e doveri, promuovendo una partecipazione attiva e consapevole alla vita civile e sociale. Un elemento chiave è l’educazione all’uso responsabile dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie digitali, favorendo il pensiero critico e la consapevolezza dei rischi connessi alla rete (cfr. art. 5 Legge 92/2019).