Riaprono le cerimonie in Campania: nuove direttive per matrimoni e feste

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha emanato un’ordinanza, corredata da un dettagliato protocollo, che regolamenta la ripresa di matrimoni e altre celebrazioni. L’obiettivo è garantire la sicurezza sanitaria, anticipando le misure necessarie in vista della ripartenza definitiva prevista per maggio. De Luca, in un post sui social media, ha sottolineato l’impegno nell’elaborare linee guida condivise con gli operatori del settore, per una ripresa ordinata a partire dall’inizio di giugno.
Le nuove disposizioni impongono diverse restrizioni. Le location dovranno designare responsabili per la sala e la cucina, incaricati di far rispettare le norme, comunicando i loro nominativi all’ASL e al Comune. Il numero degli invitati per eventi già programmati va comunicato con almeno sette giorni di anticipo alle stesse autorità, e l’elenco dei partecipanti va conservato per due settimane.
È obbligatorio indossare dispositivi di protezione individuale negli ambienti chiusi, accessibili solo con temperatura corporea inferiore a 37,5 gradi. Il distanziamento tra i tavoli è di 1,5 metri al chiuso e di 1 metro all’aperto, riducibile solo con divisori o per gruppi muniti di certificazione vaccinale. Si privilegiano gli spazi aperti. I buffet sono consentiti, ma solo con servizio al tavolo. È possibile, ma non obbligatorio, allestire un punto per effettuare test antigenici rapidi. Si raccomanda vivamente ai festeggiati, ai loro parenti stretti e agli ospiti di sottoporsi a test molecolare 48 ore prima dell’evento.
Le strutture devono garantire una costante sanificazione degli ambienti, un adeguato ricambio d’aria e la fornitura di gel igienizzante. Abiti e effetti personali dovranno essere custoditi in sacchetti individuali, e il personale dovrà essere istruito su corrette procedure anti-contagio, osservando il distanziamento, indossando le mascherine e igienizzando frequentemente le mani. In caso di sintomi in un ospite, è previsto l’isolamento e la segnalazione all’ASL. Se un dipendente presenta sintomi sospetti, deve rimanere a casa e interrompere il servizio.