Il giudizio impietoso di Swinburne su Nocera dei Pagani: assassini, ubriachi e superstizioni

Il giudizio impietoso di Swinburne su Nocera dei Pagani: assassini, ubriachi e superstizioni

Tra il 1777 e il 1780, Henry Swinburne, un viaggiatore britannico di nobile famiglia, intraprese un viaggio attraverso il Regno delle Due Sicilie, documentando il suo Grand Tour in un diario pubblicato nel 1790. Dopo aver studiato all’Accademia Reale di Torino, perfezionando le sue conoscenze artistiche e linguistiche, Swinburne esplorò il territorio, raggiungendo Paestum attraverso l’Agro nocerino. Il suo resoconto, “Travels in the Two Sicilies 1777-1780”, offre una descrizione dettagliata, seppur soggettiva, delle sue osservazioni. Descrive positivamente il fiume Sarno, la Scafata e il borgo vescovile di Nocera, evidenziando il culto della Madonna dei Bagni e la sua popolarità tra i fedeli. Swinburne descrive Nocera come un agglomerato urbano, composto da due centri distinti: Nocera Sottana e Nocera Soprana, caratterizzate da differenti tipologie di pietra nelle costruzioni e da una fertile campagna circostante. L’abbondanza di raccolti contrasta nettamente con la sua valutazione negativa degli abitanti. Swinburne, erroneamente associando Nocera a Lucera, in Puglia, e attribuendole una presunta origine saracena per via della colonizzazione voluta da Federico II, esprime un’opinione molto critica sui costumi dei nocerini, descrivendoli come inclini a violente liti e omicidi, attribuendo tale comportamento alla consuetudine di un consumo eccessivo di vino. La sua critica si estende alle superstizioni locali, in particolare alla festa della Madonna delle Galline, definendola una manifestazione di credenze irrazionali. Questo giudizio negativo, condiviso da altri viaggiatori come Carl Ulysses von Salis Marschlins, contribuì alla cattiva reputazione di Nocera, che includeva anche gli attuali territori di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Sant’Egidio e Corbara, influenzando negativamente la sua crescita culturale e il suo ruolo nel Grand Tour, a differenza di altre località. La realtà, probabilmente, era più sfumata; si trattava di una zona rurale con problematiche sociali tipiche dell’epoca, un quadro più complesso di quanto descritto dai viaggiatori. L’immagine distorta di Nocera, tramandata dai resoconti di viaggio, ritrae una realtà forse esagerata, ma che contribuisce a gettare luce sulle percezioni esterne e sui pregiudizi di un’epoca.