La disperazione dei medici di famiglia: un sistema sanitario al collasso

Il dottor Salvatore Annarumma, medico di base a Nocera Inferiore da quarant’anni, nonché consigliere provinciale della Federazione dei medici di Medicina generale e presidente onorario dell’associazione medica “Marco Levi Bianchini”, lancia un grido d’allarme. Descrivendo la situazione attuale come “ingestibile e inarrestabile”, denuncia l’abbandono in cui versa la medicina di base, aggravato dal silenzio delle autorità locali e regionali. “Ci troviamo nella stessa situazione drammatica della primavera scorsa,” afferma Annarumma, “un collasso totale del sistema”. I medici di famiglia, impegnati a seguire i propri pazienti, a gestire le urgenze, a effettuare tamponi, a disporre isolamenti e quarantene, e a tracciare i contatti dei positivi al Covid-19, operano con una reperibilità di dodici ore giornaliere, svolgendo compiti ben oltre le proprie competenze a causa del sovraccarico del sistema sanitario. Nonostante il sacrificio e il rischio continuo – 186 medici di base sono deceduti a causa del Covid-19 – i medici di famiglia si sentono ignorati e abbandonati. “I nostri telefoni non smettono di squillare,” dichiara il dottore, “eppure ci sentiamo soli, dimenticati. Le terapie intensive sono al completo, e noi, i medici di base, siamo allo stremo.” La collaborazione con le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziali) è inefficiente, e i medici devono acquistare di tasca propria mascherine, dispositivi di protezione e visiere. “Assisto un paziente positivo oggi, e domani potrei essere io a essere positivo, mettendo in quarantena tutto lo studio e lasciando i miei pazienti senza assistenza,” spiega Annarumma, sottolineando che la situazione sta diventando insostenibile, con l’emergenza Covid che assorbe tutte le energie, lasciando da parte le altre esigenze mediche. La difficoltà di contattare le USCA, con numeri di telefono perennemente occupati o senza risposta, aggrava ulteriormente la situazione. Annarumma conclude con un appello ai cittadini, invitandoli a una maggiore consapevolezza della gravità della situazione e a rispettare le misure di sicurezza per contenere la diffusione del virus. “Il peso della responsabilità e la tensione costante stanno minando le nostre forze,” confessa, “ma per fortuna è solo stress, non il Covid.”