L’Incognito Sovrano: La Vita Discreta di Francesco II di Borbone

Pochi conoscono la storia del signor Fabiani, un gentiluomo napoletano nato nel 1836 da un’agiata famiglia. Educato con rigorosi principi morali e religiosi, la sua esistenza fu segnata da precoci lutti e da una profonda sfortuna. Orfano di madre alla nascita e di padre a 23 anni, si trovò a gestire la famiglia con la preoccupazione tipica della giovane età. Il matrimonio del 1859 con una donna bellissima gli portò un fugace periodo di serenità, presto offuscato dalla perdita della figlia neonata. Eventi politici lo costrinsero all’esilio dalla sua Napoli, trovando rifugio in diverse città europee, tra cui Roma e Parigi, quest’ultima divenuta la sua residenza più duratura. I suoi viaggi lo portavano spesso a Monaco e nel Trentino, per ragioni di salute, in quanto affetto da diabete mellito. Ogni anno si recava ad Arco, allora sotto il dominio austro-ungarico, ospite dell’arciduca Alberto. A Arco, il signor Fabiani era un uomo rispettato, riconoscibile per le sue passeggiate mattutine, accompagnate dal fedele cane e dal suo diario, dove confidava l’amarezza dell’esilio e la struggente nostalgia per la sua terra, per i paesaggi partenopei, il sole, il mare e il chiasso dei vicoli. Solo dopo la sua morte prematura, avvenuta ad Arco il 27 dicembre 1894 all’età di 58 anni, la sua vera identità venne rivelata: il signor Fabiani era Francesco II di Borbone, deposto re delle Due Sicilie. I 33 anni di esilio, trascorsi tra Roma, Parigi e Monaco, furono affrontati con dignità nonostante le difficoltà economiche causate dalla confisca dei beni familiari da parte dei garibaldini e dei piemontesi. L’ex re, con signorilità, mantenne il decoro della sua famiglia. Le esequie, volute dall’imperatore Francesco Giuseppe, furono solenni, con la partecipazione di numerose case regnanti europee, ad eccezione dei Savoia. Ad Arco, una via porta ancora oggi il suo nome, forse l’unica in Italia. Francesco II, un sovrano che regnò solo 22 mesi, rimane un esempio di nobiltà d’animo e di dignità. Le sue spoglie, insieme a quelle della moglie Maria Sofia e della figlia Maria Cristina, riposano dal 18 maggio 1984 nella basilica di Santa Chiara a Napoli, dove sono state traslate con una cerimonia ufficiale. Attualmente è in corso la sua causa di beatificazione.