Tesori architettonici di Nocera: il Battistero paleocristiano e il Convento di Sant’Anna

Tesori architettonici di Nocera: il Battistero paleocristiano e il Convento di Sant’Anna

Due siti religiosi di fama internazionale arricchiscono il patrimonio culturale di Nocera, città un tempo amministrativamente unificata fino al 1851. Esplorarli offre un viaggio affascinante attraverso la storia locale. Il nostro territorio vanta infatti edifici sacri di grande valore storico-artistico, apprezzati in tutto il mondo. A Nocera Superiore sorge un prezioso esempio di architettura paleocristiana della seconda metà del VI secolo: un battistero, identificato dalla presenza di un’ampia vasca battesimale per immersioni. Probabilmente, faceva parte di un più vasto complesso religioso, comprendente una basilica e un campanile, oggi scomparsi. La sua pianta circolare gli ha valso il nome popolare di “La Rotonda”. Al suo interno, una vasca ottagonale, circondata da un parapetto sorretto da cinque delle otto colonne originali, forse utilizzate per sostenere veli durante il rito battesimale. Trenta colonne accoppiate, disposte in cerchio intorno alla vasca, sorreggono la cupola. Costruito nel cuore dell’antica Nuceria Alfaterna, il battistero sfoggia colonne di pregevole marmo e capitelli provenienti da edifici romani in rovina, tutti diversi tra loro. A Nocera Inferiore, invece, troviamo il monastero di Sant’Anna. Pietro, vescovo di Capaccio, desiderò che nella sua città natale sorgesse un monastero di vergini consacrate. Nel 1282, ne fece costruire uno, annesso a una chiesa dedicata a Sant’Anna, madre di Maria. Le prime religiose furono monache lateranensi. Eretto in stile gotico, il monastero ha subito nel corso dei secoli numerosi interventi a causa di terremoti, alluvioni e restauri. Beneficiando dei privilegi concessi da diversi sovrani, in particolare Carlo d’Angiò, il convento fu ampliato e abbellito. L’aspetto attuale è frutto dei lavori conclusi nel 1685 per la chiesa e nel 1696 per gli edifici conventuali. In fondo alla chiesa, in posizione rialzata, si trova il coro delle monache. Dell’originario complesso monastico rimangono poche testimonianze artistiche: una lunetta di Andrea Sabatini, del primo Cinquecento; un’Annunciazione trecentesca in sacrestia; e, nella chiesa, tre grandi tele d’altare, opera di Angelo, Francesco e Orazio Solimena, rispettivamente padre, figlio e nipote.