L’indignazione dei maestri pasticceri: disparità di trattamento e richiesta di maggiori controlli

La nostra redazione ha ricevuto numerose segnalazioni riguardanti irregolarità nella produzione e vendita di dolciumi da parte di attività commerciali non autorizzate, in particolare panifici e salumerie, anche tramite consegne a domicilio. Il decreto governativo dell’11 marzo, limitando l’apertura al solo commercio di beni essenziali, ha imposto la chiusura forzata delle pasticcerie, causando ingenti perdite economiche, soprattutto in occasione delle festività di San Giuseppe, Domenica delle Palme e Pasqua. L’assenza di zeppole, colombe pasquali e uova di cioccolato ha privato le famiglie di tradizionali delizie per pranzi e gite. A questo danno si aggiunge l’ingiustizia di vedere salumerie e panifici produrre e vendere dolci tipici, persino online. Mentre un provvedimento regionale della Campania ha chiarito il divieto di vendita online di prodotti artigianali, persistono dubbi sulla produzione in altre attività. I pasticceri lamentano una mancanza di rispetto, chiedendo perché i loro prodotti, non considerati beni di prima necessità, vengano venduti liberamente altrove. Si auspicano controlli più rigorosi, anche a orari diversi, per sanzionare chi elude la legge e viola le regole di concorrenza leale. Infine, si segnalano alcuni esercenti che, pur non esponendo pubblicamente dolci pasquali, promuovono la vendita tramite social network, spesso a prezzi scontati. Per garantire equità e rispetto, si consiglia di seguire il suggerimento del presidente De Luca: “imparate a preparare le pastiere in casa, anche se le prime saranno imperfette”.