La Trasformazione di Nocera Inferiore: Un’esperienza personale

Il cantiere di viale San Francesco, un tempo simbolo di un’opera incompiuta, incarnava i sogni e le aspirazioni di Nocera Inferiore. Quel lungo “in costruzione”, un presente sospeso tra realtà e utopia, ha finalmente trovato una conclusione: l’inaugurazione del palazzetto dello sport segna un cambiamento tangibile. La mia vita è mutata, e con essa la mia città. Ogni ritorno rivela trasformazioni che la rendono meno mia, ma più di coloro che sono rimasti. La notizia dell’inaugurazione, appresa online, ha suscitato in me un sorriso misto a malinconia. Il palazzetto è parte integrante della mia storia personale e professionale, come le Mcm, come il Castello Fienga. Ricordo bene i ritardi, le controversie legali, le lamiere precarie che per lungo tempo separarono sogno e realtà, fonte di rischi e preoccupazioni. Una di esse, ricordo, minacciò seriamente la sicurezza pubblica. I finanziamenti, le dispute sulla paternità del progetto, le continue interruzioni dei lavori: un’odissea. Il cantiere di viale San Francesco, la tela di Penelope cittadina, ha finalmente raggiunto il suo completamento. Ci avevamo fatto l’abitudine a quel “costruendo” infinito. Ora che vivo lontano, nel profondo Nord, immersa nel mondo della scuola e dei suoi ritmi frenetici, l’inaugurazione del palazzetto mi riempie di gioia. L’amore per Nocera, per la mia terra e la sua gente, per la città in cui avevo sperato di impegnarmi politicamente, dove avevo sognato di ricoprire ruoli amministrativi, rimane intatto. Auguro a Nocera tutto il bene possibile, un brindisi a distanza per un futuro radioso. Una domanda, però, mi tormenta: Nocera, mi ha amata almeno un pochino, come io amo lei?