Un Fondo Statale per le Celebrità in Crisi Economica

Un Fondo Statale per le Celebrità in Crisi Economica

Dora Moroni, un’ex showgirl e cantante oggi sessantenne, ha richiesto il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli, sostenendo l’insufficienza della sua pensione per condurre una vita dignitosa. La sua storia riporta alla luce un aspetto controverso del sistema di assistenza sociale italiano. Moroni, nota al grande pubblico per la sua carriera nel mondo dello spettacolo, subì un grave incidente stradale anni fa, rimanendo in coma per diverse settimane. Era in compagnia di Corrado Mantoni, celebre presentatore televisivo. Per circa undici anni fu sposata con un altro cantante. La legge Bacchelli, introdotta dal governo Craxi, destina fondi a cittadini che hanno contribuito al prestigio dell’Italia e si trovano in gravi difficoltà economiche, garantendo loro un assegno vitalizio. Tra i beneficiari figurano scrittori, poeti, attori, cantanti, e personalità di spicco provenienti da vari ambiti, come il pugilato e il giornalismo. Alcuni, come Gino Bartali, rifiutarono il vitalizio, ritenendosi economicamente autonomi. Il vitalizio ammonta a un massimo di 24.000 euro annui. La domanda che sorge spontanea è: è giusto che la collettività sostenga individui che, nel periodo di maggiore successo, hanno goduto di agiatezza, mentre altri, come braccianti agricoli o operai con pensioni di fame, sono costretti a lottare per la sopravvivenza? La disparità economica nel Paese, con il 70% della ricchezza concentrata nel 10% della popolazione, solleva interrogativi sulla equità di un sistema che sembra premiare i privilegi di pochi a discapito della maggioranza. Esistono profonde disuguaglianze, e la questione del vitalizio per le celebrità in difficoltà economica sembra evidenziare un’iniquità di fondo.