Aiuti del Decreto “Cura Italia”: agevolazioni per aziende, professionisti e lavoratori autonomi

Aiuti del Decreto “Cura Italia”: agevolazioni per aziende, professionisti e lavoratori autonomi

Il decreto legge n. 18 del 2020, noto come “Cura Italia”, ha introdotto numerose misure governative per contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Il provvedimento prevede diversi benefici per imprese, liberi professionisti e lavoratori autonomi, mirati a sostenere l’economia nazionale. Secondo l’analisi dell’amministratore unico della D.F. Consulting S.r.l., Arturo De Filippis, specializzata in consulenza per l’internazionalizzazione, l’europrogettazione e il credito d’imposta aziendale (con sede a Pagani), alcune misure chiave includono contributi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale (DPI), come mascherine, per le aziende. Inoltre, è previsto un credito d’imposta del 50% sulle spese di sanificazione di ambienti e strumenti di lavoro, fino a un massimo di 20.000 euro per impresa, per l’anno d’imposta 2020. L’applicazione pratica di queste agevolazioni è subordinata all’emanazione di decreti attuativi nelle prossime settimane.

Per le attività commerciali al dettaglio non considerate “essenziali” (escludendo, a titolo esemplificativo, farmacie, alimentari e tabacchi), il decreto prevede un credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione di immobili di categoria catastale C1, riferito al mese di marzo 2020. De Filippis precisa che questo credito è utilizzabile solo in compensazione. Nel settore editoriale, il “bonus pubblicità” per il 2020 è stato modificato: ora è pari al 30% del totale degli investimenti pubblicitari effettuati (non solo sulla quota incrementale), a beneficio di aziende, liberi professionisti ed enti non commerciali.

Un’altra misura incentiva le donazioni a favore dello Stato, delle regioni e degli enti locali per la lotta al Covid-19: è prevista una detrazione del 30% dell’imposta lorda per persone fisiche ed enti non commerciali (fino a un massimo di 30.000 euro). Le erogazioni liberali delle aziende sono invece totalmente deducibili.

Il decreto prevede, inoltre, la sospensione dei pagamenti delle scadenze fino al 30 settembre 2020 per le microimprese e le PMI (piccole e medie imprese) con debiti non deteriorati verso istituti di credito, per aperture di credito, prestiti non rateali, mutui e altri finanziamenti a rate. Tale beneficio è subordinato all’autocertificazione di una temporanea carenza di liquidità dovuta all’emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda il microcredito, la soglia massima di finanziamento è stata aumentata a 40.000 euro. I fondi possono essere utilizzati per l’acquisto di beni, il pagamento di stipendi di nuovi dipendenti soci lavoratori, la formazione aziendale, il ripristino del capitale circolante e per esigenze di liquidità, ma non per la ristrutturazione del debito.

Infine, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti possono beneficiare della sospensione del pagamento delle rate del mutuo per la prima casa per un massimo di nove mesi, a condizione di dimostrare, tramite autocertificazione, una diminuzione del fatturato superiore al 33% in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 rispetto al trimestre precedente. L’accordo ABI 2020 rimane valido, offrendo la possibilità di richiedere un rinvio di un anno per il pagamento o la rimodulazione dei piani di finanziamento per prestiti e leasing concessi entro il 31 gennaio 2020.