La Madonna dalle Scarpe Consunte: Fede e Mistero a Napoli

Nel cuore pulsante di Napoli, all’interno di un complesso monumentale risalente al 1343 e voluto da Sancia d’Aragona, seconda moglie di Roberto d’Angiò, sorge la Basilica della Santissima Annunziata Maggiore. Questo luogo, noto per la storica “ruota degli esposti” – dove venivano abbandonati i bambini nati da relazioni illegittime o appartenenti a famiglie indigenti –, custodisce un prezioso tesoro: una statua della Madonna Annunziata, venerata con profonda devozione dai napoletani. Un antico proverbio partenopeo, “A Santa Annunziata tutto ‘o popolo è saziàt”, testimonia l’antica credenza popolare che la Vergine soccorra e nutra i più bisognosi. L’immagine della Madonna, vestita di un abito bianco intessuto di fili d’oro e di un manto azzurro, con lunghi capelli veri donati dalle donne del quartiere in segno di ringraziamento per grazie ricevute, è esposta in una teca di vetro. La sua corona reca simbologie mariane e le braccia aperte sembrano accogliere chi chiede aiuto. Ai suoi piedi, scarpine dorate presentano un fenomeno inspiegabile: la loro suola si consuma regolarmente, richiedendo una sostituzione ogni 25 marzo, giorno della festa dell’Annunciazione. Una leggenda narra che, durante la notte, la Madonna lasci la Basilica per percorrere le strade della città, offrendo conforto e sostegno ai meno fortunati, in particolare agli orfani, un incessante peregrinare che spiegherebbe l’usura delle sue calzature. La Chiesa, pur prendendo le distanze da interpretazioni miracolistiche, non nega l’aspetto insolito del fenomeno. Le suore che custodiscono la statua, con una profonda pietà, affidano le scarpette usurate, trattate come reliquie, a famiglie con figli o parenti gravemente malati, nella speranza di una guarigione. Le calzature, poi, vengono restituite dopo la presunta grazia ricevuta. Leggende o miracoli? La storia della Madonna Annunziata e il mistero delle sue scarpe consumate restano un enigma affascinante, intriso di fede popolare e devozione.