Un piatto semplice, un amore complesso: la frittata mattutina

Anche la più banale delle ricette può diventare il pretesto per un momento romantico tra coniugi, un’occasione per rivivere ricordi condivisi cullati dalle note di un vecchio disco. La melodia di una canzone d’altri tempi mi ronzava in testa fin dalle prime luci dell’alba, da quando ho accompagnato i miei figli al campo estivo. Quest’anno sono tutti e tre fuori casa. È da un’eternità che io e mia moglie non ci concediamo il lusso di un pigro risveglio insieme, soli nel letto, la pelle a contatto. Peccato non poter lanciare il cellulare dalla finestra per evitare le chiamate. I ragazzi potrebbero telefonare, ma la segreteria telefonica è attiva. Se fosse il corriere, la suocera o l’amministratore… “Non siamo a casa, lasciate un messaggio”. Forse registrerò la canzone di Celentano, se trovo il disco. Sono le 12:30 di una splendida giornata e mia moglie dorme ancora. Se lo merita. Lavora instancabilmente; è una mamma a tempo pieno, nonostante i suoi studi e le sue qualifiche. Ha scelto questa vita, dedicata alla famiglia, e lo fa egregiamente. Si occupa dei figli, della casa, delle pratiche burocratiche, del bilancio familiare, mantenendo i contatti con amici e parenti. Amare è un lavoro a tempo pieno, e non si dà il giusto riconoscimento alle donne come lei. I media le ritraggono come sciocche, le donne che lavorano le guardano con disprezzo, forse per invidia. Tutte le spingono nel mondo del lavoro, per “realizzarsi”. Non lo so. Io credo che sia capace di tutto, di destreggiarsi tra mille impegni meglio di chiunque altro, ma per me è perfetta così. Ha l’aspetto di una ragazza, cucina divinamente, ama ballare, legge tantissimo, i suoi discorsi sono sempre stimolanti. Grazie a lei la nostra vita è serena, scandita da ritmi umani. Ho trovato il disco. Lo metto sul vecchio giradischi. Una cosa mi infastidisce di quella canzone: “mangiando un panino in due”. Che panino? Ho fame! E poi, non sopporto le briciole a letto. Preparo una bella tavola. A pranzo, la frittata dell’amore. Cucino io. Quattro uova, un cucchiaio di pangrattato per ogni uovo, più uno in più… la faccio a occhi chiusi, me l’ha insegnata mia madre. Era il mio premio per un buon voto, il mio incoraggiamento prima di un esame, la mia consolazione dopo un fallimento… Una generosa grattugiata di parmigiano (meglio se pecorino, ma quello che c’è a disposizione va bene), sale, pepe e un pizzico di bicarbonato per farla gonfiare senza alterarne il sapore. Foglie di menta dal nostro vaso, prezzemolo e un filo di latte per amalgamare il composto, fino ad ottenere una consistenza densa e cremosa. La padella va unta con abbondante olio d’oliva, il composto va versato a freddo, livellato con un cucchiaio e cotto a fuoco lento. Nessuna fretta. Sento il rumore dell’acqua: mia moglie si è appena fatta la doccia. Nel frattempo, prendo i vasetti di sottoli fatti in casa – carciofini, pomodori secchi, melanzane – per accompagnare la frittata. Un’usanza tipica della mia terra, il Salento, dove quasi ogni casa ha la sua scorta di conserve. Intorno al composto, l’olio inizia a friggere. La frittata si gonfia lentamente. Dovrebbe raggiungere uno spessore tale da poterla tagliare a metà e farcirla con prosciutto, formaggio, tonno… Vediamo cosa abbiamo: salame piccante, perfetto! Stappo un vino rosso. Mentre muovo la padella per far staccare la frittata, il disco gracchia, il telefono squilla e mia moglie mi chiama dal bagno. Un attimo! Non posso rischiare di bruciarla. Faccio scivolare delicatamente la frittata dorata su un piatto e, con un colpo secco, la capovolgo di nuovo sulla padella. Ecco fatto! Vedo mia moglie in accappatoio correre verso il telefono. Troppo tardi. Tra le note della canzone, una voce sgradevole lascia un messaggio sulla segreteria: “Sono Ruoppolo, del terzo piano, ho infiltrazioni d’acqua dal vostro appartamento, sta colando proprio ora, so che siete in casa, sento la musica, rispondete, è urgente”. “Si è rotto un tubo,” dice mia moglie, prima di rispondere al telefono. Servo il pasto – quel “ti amo” dorato all’esterno, giallo e soffice all’interno, caldo e profumato alla menta – a una bellissima donna, con i capelli ancora bagnati, le pagine gialle e il telefono in mano, che cerca disperatamente un idraulico di sabato a pranzo.